rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024

Hotel Rigopiano, nuovo fascicolo: 7 indagati per depistaggio

Sette avvisi di garanzia sono stati notificati ad altrettante persone per il reato di frode in processo penale e depistaggio a carico del personale della Prefettura di Pescara

La Procura della Repubblica di Pescara ha aperto un nuovo fascicolo sulla tragedia dell’hotel di Rigopiano nel Comune di Farindola (Pescara) dove una valanga, nel pomeriggio di mercoledì 18 gennaio 2017, travolse la struttura procurando la morte di 29 persone tra ospiti e personale dell’albergo. 

Sono sette le persone indagate in questo nuovo filone, accusate di frode in processo e depistaggio a carico del personale della Prefettura di Pescara.  Dell'indagine si occupano il procuratore capo, Massimiliano Serpi e il sostituto procuratore, Andrea Papalia, con i carabinieri forestali di Pescara guidati dal tenente colonnello Annamaria Angelozzi.

Come riporta IlPescara, le accuse riguardano il fatto di aver occultato il brogliaccio delle segnalazioni del 18 gennaio dello scorso anno, giorno della valanga, alla Squadra Mobile di Pescara per nascondere la chiamata di soccorso fatta alle 11,38 dal cameriere Gabriele D'Angelo al centro coordinamento soccorsi.

Gli investigatori del gruppo carabinieri di Pescara stavano indagando su tale vicenda già da un anno dopo l'acquisizione di un'inedita conversazione avvenuta tra un carabiniere della sala operativa di Pescara e la funzionaria della prefettura Daniela Acquaviva, divenuta nota per la telefonata nella quale disse la frase "la mamma degli imbecilli è sempre incinta", in cui dice al carabiniere che l'intervento su Rigopiano era stato fatto in mattinata riferendosi proprio alla telefonata pervenuta da Gabriele D'Angelo. È ipotizzabile che D'Angelo abbia chiesto l'evacuazione della struttura dopo le scosse di terremoto che avevano interessato la zona.

Valanga sull'hotel Rigopiano dopo il terremoto

A mettere gli investigatori sulla traccia giusta c'è, agli atti della prima indagine, quella che ha portato ai 25 indagati, una telefonata tra i carabinieri e la Prefettura delle ore 18,09 del 18 gennaio 2017, quindi almeno un'ora e venti dopo la valanga.

Il carabiniere di servizio riferisce di aver ricevuto una telefonata di Quintino Marcella, il proprietario del ristorante di Silvi dove lavorava Giampiero Parete, scampato alla tragedia con la famiglia: il ristoratore dichiarava ai carabinieri che il Parete gli aveva riferito della valanga.

"Ho preso una telefonata adesso da un signore - dice il carabiniere - di un certo Marcella Quintino. Questo qua mi ha detto che un cuoco di sua conoscenza che sta all'Hotel Rigopiano...", al che la dirigente Acquaviva lo ferma per dirgli che "l'Hotel Rigopiano è già stato fatto questa mattina. C'erano dei problemi. Sono stati raggiunti e sta tutto apposto".

Gran Sasso, l'hotel distrutto dalla valanga (Ansa)

L'operatore del 112 di Pescara a quel punto chiede cosa sia stato fatto, perché a lui Marcella avrebbe detto che "è crollato l'Hotel". "Eh, si questa mattina", è la risposta della Acquaviva, e il carabiniere all'oscuro di tutto ribatte "Ah, ma sto deficiente mi ha fatto spaventare. Mi ha detto guardi mi ha detto è crollato l'Hotel Rigopiano e che ci sono delle persone dentro".

Fonte: ilPescara →
Si parla di
Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Hotel Rigopiano, nuovo fascicolo: 7 indagati per depistaggio

Today è in caricamento