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Giovedì, 28 Marzo 2024

Rigopiano, soccorritori in lacrime: "Non chiamateci eroi, è il nostro lavoro"

Gianluca Giangiacomo, assistente capo del distaccamento della Polizia stradale di Penne e rappresentante del Sap (sindacato autonomo di polizia), intervistato dal Giornale: "I vecchi del posto ricordano di una slavina che cadde proprio nello stesso posto nel 1939"

Il Giornale ha intervistato Gianluca Giangiacomo, assistente capo del distaccamento della Polizia stradale di Penne e rappresentante del Sap (sindacato autonomo di polizia).

Giangicomo è stato tra i primi a raggiungere il Rigopiano dopo la valanga.

Mai potrà scordare lo scenario che si è presentato davanti ai suoi occhi.

"Speravamo di trovare qualcosa di meno drammatico. Conosciamo bene quei posti, perché ci lavoriamo. Eravamo stati su neanche due giorni prima. Ci è apparso davanti un ammasso di neve e la parte superiore dell'albergo con piani rialzati divelti e spostati in avanti di diversi metri. Non c'era più nulla" dice.

"Ho visto piangere anche i soccorritori - continua - Non chiamateci eroi, magari avessimo potuto scavare a mani nude ma la neve era troppo dura. Abbiamo solo fatto il nostro lavoro, nella speranza di trovare persone ancora vive".

Secondo lei si poteva prevedere la valanga?

"È difficile da dire, però i vecchi del posto ricordano di una slavina che cadde proprio nello stesso posto nel 1939. All'epoca c'era un rifugio e si narra che fu investito dalla massa di neve. Le persone all'interno si salvarono perché la struttura resse e perché avevano del cibo. Nello stesso posto, in seguito, fu costruito l'hotel".

Fonte: Il Giornale →
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