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Giovedì, 28 Marzo 2024

Viaggio a Corleone: la rabbia della città dopo l'inchino alla moglie di Riina

Esplode la protesta #NonCiInchiniamo. I vertici della confraternita si dimettono, il sindaco Savona: "Quel giorno la Bagarella era a Parma". Il Vescovo: "Percorso da cambiare"

La processione sfila tra le strade di Corleone: il corteo con la bara di San Giovanni Battista fa una sosta proprio davanti a casa Riina,  in via Scorsone dove vive la moglie Ninetta Bagarella con le tre sorelle nel cuore del paese siciliano. Un episodio che non è passato inosservato. Il commissario di polizia e il maresciallo dei carabinieri, che erano presenti, hanno subito lasciato la processione e hanno inviato una relazione alla procura distrettuale antimafia. Dai primi accertamenti è emerso che uno dei membri della confraternita di San Giovanni Evangelista, Leoluca Grizzafi, è cugino di secondo grado della Bagarella.

Mentre l’opinione pubblica si divide in due fazioni sulla polemica dell’inchino, gli abitanti di Corleone sembrano concordi sul fatto che si sia trattato di una montatura giornalistica. “Veniamo condannati ogni giorno per la storia di questo paese”, dicono in tanti. I “vertici” della confraternita di quartiere che trasporta la vara di San Giovanni, all’indomani del fatto, si sono dimessi con una mossa che ha sorpreso un po’ tutti.

VIDEO - POLEMICA SULL'INCHINO, GLI ABITANTI: "UNA MONTATURA"

“Da quello che ho saputo - spiega il sindaco Leoluchina Savona - la signora Bagarella non era neanche in casa, ma si trovava a Parma. Ho parlato coi ragazzi della confraternita e sono molto dispiaciuti per l’accaduto”. Non si scompone neanche per la parentela di uno dei confrati, cugino di secondo grado di Giovanni Grizzaffi, nipote del super boss Totò Riina. “E’ un bravissimo ragazzo - aggiunge il Sindaco - che non può essere coinvolto solo per il suo cognome”.

protesta corleone

LA PROTESTA: #NONCIINCHINIAMO - In tanti hanno manifestato nella villa comunal: sulle ringhiere all’ingresso due striscioni con l’hashtag #noinonciinchiniamo. Il percorso dei confrati, concordato con la diocesi, è sempre lo stesso da anni e non prevede a priori delle pause. Alcuni degli abitanti di Corleone, proprio per evitare polemiche, considerano positiva l'ipotesi di cambiare il tragitto seguito dalla processione, anche se ciò dovesse fare a pugni con la tradizione religiosa. Dello stesso avviso l’arcivescovo della diocesi di Monreale Michele Pennisi, che ha nominato una commissione d’inchiesta per accertare il perché della sosta. 

Per Monsignor Pennisi, vescovo di Monreale, non si è trattato di un inchino, ma di una sosta dettata dalla stanchezza di chi spingeva il simulacro e dalla calca di gente che rischiava di essere investita. Intanto presidente e vicepresidente si sono dimessi. "Ad ogni modo dal prossimo anno prenderemo in considerazione di cambiare il percorso e stabilire le relative pause con le forze dell’ordine, per evitare problemi e strumentalizzazioni”.

Fonte: PalermoToday →
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