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Giovedì, 28 Marzo 2024
Le violenze / Turchia

Tortura la figlia iniettandole la candeggina: “Non l'amavo”

La 28enne Ezgi Korucu è stata arrestata dopo che la piccola è finita in ospedale. Le violenze sono cominciate fin dal primo mese di vita della bambina. La tagliava anche con un rasoio

La piccola aveva solo 18 mesi. Troppi per la madre che ha confessato di non amarla e per questo voleva ucciderla. Anche torturandola e infliggendole delle sofferenze atroci. La piccola è stata vittima di torture da parte della madre Ezgi Korucu ad Avcilar, Istanbul. La 28enne le ha iniettato della candeggina nel tentativo di ucciderla. A confessarlo è stata lei stessa dopo che la bambina è stata ricoverata in ospedale. Le lesioni subite dalla piccola hanno spinto i medici a sporgere denuncia. Così è partita l'indagine che ha portato le forze dell'ordine a stringere le manette ai polsi alla donna.

L'ammissione durante gli interrogatori 

La madre è stata sottoposta a diversi interrogatori prima di capitolare. E ammettere di averla resa vittima di sofferenze atroci. Torture vere e proprie, inflittele per punirla di essere nata. Non l'amava ha confessato agli investigatori prima di spiegare nel dettaglio cosa aveva fatto alla piccola. Una serie di lesioni gravissime, cominciate quando la piccola aveva solo un mese di vita e che rendono un miracolo il fatto che la bambina sia riuscita a sopravvivere. Ha prima cominciato a farle dei tagli con il rasoio sulla testa, sulle gambe, braccia, petto e palpebre. Poi addirittura ha cominciato a iniettarle della candeggina o del sapone liquido nelle vene. Il tutto per stroncarle la giovane vita. Fino a pensare anche di disfarsi di lei.

La confessione della donna 

“Così ho deciso di torturarla. L'ho tormentata con tagli di rasoio su testa, gambe, braccia, petto e palpebre. Le ho iniettato sapone liquido e candeggina nelle vene usando una siringa. Questo è iniziato quando mia figlia aveva un mese”. Con queste parole ha fornito la sua confessione agli investigatori provando a mostrare un minimo di pentimento. Probabilmente non si sarebbero fermate se non fossero intervenuto le forze dell'ordine arrestandola. La sua difesa è basata su uno stato di alterazione psichica subita dalla donna. Secondo il suo avvocato, i suoi gesti derivano dalle violenze che lei stessa aveva subito dal marito.

Le motivazioni del legale 

In realtà, secondo il legale, si trattava di una sorta di strategia inconscia che la donna aveva messo in atto per finire in carcere e sottrarsi così dalle violenze subite all'interno delle mura domestiche. Una tesi che bisognerà vedere se reggerà in tribunale. La donna ha comunque invocato il perdono della sua piccola che però è troppo piccola per farlo. L'importante è che sopravviva a queste violenze e che il suo corpicino reagisca ai danni subiti nel corso di un anno e mezzo di soprusi.

Fonte: The Sun →
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