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Giovedì, 25 Aprile 2024

Parla per la prima volta la madre di bin Laden: "Era un bravo bambino, poi lo hanno traviato"

In un'intervista al Guardian - la prima della sua vita - parla la madre di Osama bin Laden e accusa: "Gli hanno fatto il lavaggio del cervello quando aveva vent'anni, all'università"

Alia Ghanem, la madre di Osama bin Laden, ha rilasciato per la prima volta un'intervista nella quale parla del figlio. Intervistata dal Guardian, dopo l'assenso delle autorità saudite che tengono sotto stretto controllo la famiglia, la quale rimane una delle più influenti del Paese, la donna ha attributo la responsabilità di ciò che è stato commesso o organizzato da suo figlio "alle persone che gli hanno fatto il lavaggio del cervello quando aveva vent'anni, all'università, come se fosse entrato in un culto". Ma il giovane bin Laden, nelle parole della madre, "era un bambino molto buono e mi voleva così bene". 

Quelle persone"avevano denaro per la causa. Gli dicevo sempre di star lontano da loro e non ha mai ammesso in cosa si stava imbarcando perché mi voleva così tanto bene" ricostruisce Ghanem, che ha un'età compresa fra i settanta e gli ottant'anni. "Non mi è mai passato per la testa" che potesse diventare un jihadista, "siamo stati davvero sconvolti, non avrei voluto che niente di quello che è successo mai accadesse - aggiunge -. Perché avrebbe dovuto gettare via tutto in questo modo?".

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"Ora sono passati 17 anni dagli attacchi dell'11 settembre del 2001 ma - riassume un fratellastro di bin Laden, che ha assistito all'intervista della madre - lei continua a negare quello che Osama ha fatto. Lo amava così tanto che si è rifiutata di attribuirgli la responsabilità che continua ad attribuire alle sue compagnie. Accetta solo il lato del bravo bambino, la parte che tutti abbiamo visto; non ha mai accettato quella del jihadista".

L'ultima volta che la madre ha visto Osama è stato in Afghanistan nel 1999 quando, insieme al resto della famiglia, erano andati a trovarlo due volte nella base alle porte di Kandahar che i mujahiddin in lotta contro i sovietici - mujahiddin di cui Osama faceva parte con orgoglio dei familiari - avevano riconquistato. "Era felice di riceverci - ricorda Ghanem -: ci portava in giro per i dintorni ogni giorno della nostra permanenza. Aveva ucciso un animale e avevamo celebrato e invitato tutti".

Fonte: The Guardian →
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