Miliziani islamici somali minacciano di uccidere ostaggio francese
"Non abbiamo alcun elemento dopo il raid di venerdì sera per ritenere che Denis Allex sia vivo, noi pensiamo che verosimilmente sia morto", ha invece dichiarato il capo di Stato maggiore francese
I miliziani islamici somali Shebab hanno "deciso all'unanimità di giustiziare" l'ostaggio Denis Allex, l'uomo dei servizi francesi rapito il 14 luglio 2009 in un hotel di Mogadiscio. La scorsa settimana era fallita l'operazione lanciata da Parigi per liberarlo.
L'annuncio è stato dato in un comunicato. Un rappresentante dei miliziani ha quindi dichiarato alla France presse: "E' stato condannato e questo verdetto non sarà cambiato, per gli Shebab quest'uomo deve morire".
Alla luce delle crescente persecuzione dei musulmani nel mondo da parte della Francia, della sua politica di oppressione dell'islam sul suo territorio e delle operazioni militari francesi nella guerra contro la sharia (legge islamica) in Afghanistan e di recente in Mali... gli shebab hanno deciso all'unanimità di giustiziare l'agente dell'intelligence francese Denis Allex", si legge in un comunicato diffuso su internet.
"Con il suo tentativo di liberarlo, la Francia ha firmato volontariamente la sentenza di morte di Allex", hanno aggiunto i miliziani islamici, garantendo che l'uomo sarebbe "ancora vivo e al sicuro" dopo il blitz tentato dalle forze speciali francesi la scorsa settimana.
Il capo di Stato maggiore francese, Edouard Guillaud, ha accusato oggi i miliziani islamici somali di "manipolazione mediatica", dopo l'annuncio degli Shebab della prossima esecuzione dell'ostaggio francese Denis Allex, molto verosimilmente morto da giorni.
"Noi riteniamo che gli Sheban pratichino la manipolazione mediatica - ha detto a radio Europe 1 - non abbiamo alcun elemento dopo il raid di venerdì sera per ritenere che Denis Allex sia vivo, noi pensiamo che verosimilmente sia morto".
Denis Allex, molto probabilmente uno pseudonimo, venne rapito nel 2009 a Mogadiscio, dove era impegnato in una missione di addestramento della polizia e della guardia presidenziale somala.
E' sposato e ha tre figli.