Italia leader in Europa per la produzione di cannabis: "Così è cambiato il mercato"
Come scrive la Stampa, in Italia, la cannabis, si è sempre coltivata, ma mai con piantagioni di queste estensioni. Ma oggi è tutta un'altra storia, l’agenzia dell’Onu sulla droga e il crimine rivela che l’Italia nel 2012 è stato il primo Paese al mondo per sequestri
Raphael Zanotti sulla Stampa oggi in edicola scrive che l’Italia sta diventando leader europeo nella produzione di cannabis.
Sopratutto al Sud (il 71 per cento del totale) si susseguono sequestri di piantagioni record, come quella di un ettaro e mezzo a Calatafimi Segesta. Ma anche vicino a Roma il 14 agosto è stato scoperto un campo di mezzo ettaro, 170 chili di marijuana biologica.
Al Sud le condizioni sono ideali spiega la Finanza: "Qui ci sono le condizioni climatiche, ci sono grandi aree scarsamente abitate".
Come scrive la Stampa, in Italia, la cannabis, si è sempre coltivata, ma mai con piantagioni di queste estensioni. Ma oggi è tutta un'altra storia, l’agenzia dell’Onu sulla droga e il crimine rivela che l’Italia nel 2012 è stato il primo Paese al mondo per sequestri: 4.122.617 di piante. Più degli Stati Uniti.
Non è più economia di sussistenza. I piccoli spacciatori che si mettevano in proprio e producevano per la ristretta cerchia dei propri clienti cominciano a entrare in conflitto con la criminalità organizzata. Nel Napoletano anche la Camorra ha deciso di investire nell’«oro verde», che offre scarso rischio e grandi guadagni. Agricoltori e allevatori del golfo di Castellamare, Casola e Monti Lattari ricevono i propri semi direttamente dai capibastone. E coltivano.
Sono le leggi del mercato.
Le grandi piantagioni dell’Est europeo, dell’Ucraina e dell’Urss, dell’Afghanistan e del Pakistan si sono da tempo riconvertite all’oppio, più remunerativo. Il prezzo è salito, ma la domanda resta alta. E così è iniziata l’autoproduzione.