Due cittadini italiani sono in quarantena in Lombardia per l’emergenza Ebola.

Paolo Setti Carraro e Chiara Maretti, un chirurgo sessantenne e un’ostetrica trentenne, sono in perfetta salute ma vivono chiusi in casa, non possono incontrare nessuno, contano i giorni (21 quelli dell’incubazione del virus) dal rientro in Italia.

I due hanno lavorato per "Cuamm Medici con l’Africa" a Pujehun, Sierra Leone, uno dei tre Paesi colpiti dall’epidemia che ha fatto quasi cinquemila vittime. Per 130 giorni sono stati nel piccolo ospedale governativo costruito dall’Unicef a Pujehun.

L’ostetrica e il chirurgo non hanno lavorato nella tenda di isolamento Ebola allestita all’ospedale governativo, ma sono stati evacuati "per una serie di rotture dei protocolli nella gestione dei pazienti colpiti da Ebola o sospetti. Errori del personale sanitario nazionale ci hanno esposto a un rischio incontrollato ed elevato di contagio".

Gli esperti dell’ospedale Sacco di Milano hanno valutato il loro grado di rischio "intermedio", scrive il Corriere della Sera:

Paolo rimugina sulle cose fatte e su quelle andate storte, ogni tanto pensa al 5 novembre quando uscirà dall’isolamento: «Cosa farò appena fuori? Vorrei leggere un libro con mia figlia e cenare con gli amici».