L'ad di Italo contro le regole anti Covid: "Così chiuderemo in due mesi"
"Solo per l’Alta velocità resta il tetto sulla capienza al 50%, ai treni locali e regionali è consentito arrivare all’80%", dice l'amministratore delegato Gianbattista La Rocca
Gianbattista La Rocca, amministratore delegato di Italo-Ntv, lancia l'allarme: "Se permangono certe condizioni nel giro di due mesi ci fermeremo con gravi ripercussioni sull’occupazione: ci sono 1.500 famiglie a rischio che arrivano a 5 mila considerando l’indotto".
In un'intervista a la Repubblica, l'ad si dice preoccupato e dichiara di sperare ancora in un ripensamento da parte del Comitato tecnico scientifico sulla questione del tetto alla capienza per i convogli dell’Alta velocità imposta dalla norma anti-Covid che limita al 50% dei posti solo Italo e i Frecciarossa, mentre a tutto il trasporto pubblico locale è consentito arrivare all′80%. La Roccca la definisce "norma Arlecchino".
Secondo l’ad di Italo-Ntv "c’è disparità tra i mezzi di trasporto e c’è anche tra imprese concorrenti. Trenitalia, da azienda di Stato, opera anche gli intercity e i regionali. Sono tratte sussidiate mentre noi andiamo avanti con le nostre forze, senza alcun aiuto pubblico. I nostri ricavi dipendono solo dai biglietti venduti. Abbiamo due conti economici completamente differenti. Lavoriamo in condizioni insostenibili per un’azienda: oggi non copriamo nemmeno i costi operativi".