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Venerdì, 19 Aprile 2024

Calcio, José Enrique racconta il suo dramma: "Il tumore mi ha cambiato"

Gli è stato diagnosticato un tumore al cervello, e ha subito un complicato intervento chirurgico: "Quanto accaduto mi ha fatto riscoprire le cose importanti" dice l'ex Liverpool

L'ex terzino di Liverpool e Newcastle Josè Enrique, oggi agente e procuratore, racconta il dramma che ha vissuto e sta tutt'ora vivendo: gli è stato diagnosticato un tumore al cervello, e ha subito un complicato intervento chirurgico. Alla Bbc lo spagnolo non nasconde le paure e le difficoltà: "La più grande sfida della mia vita. Non mi sono mai spaventato così tanto. Quando un medico ti guarda e pronuncia la parola tumore è un momento davvero terribile".

Il primo segnale è stato un fortissimo mal di testa. “Ero a un incontro con Chris Hughton e mi dava fastidio la luce. Poi ho avuto un mal di testa e ho iniziato a vedere doppio e ho capito che qualcosa non andava. Sono andato con Amy, la mia compagna, a farmi visitare da uno specialista. Ricordo che tremavo”. La diagnosi è immediata “Mi hanno detto che era un cordoma, un tumore molto raro. Ho pensato subito di morire. Ho pensato, sono un calciatore, sono una persona sana. È stato un grande shock”.

E' stato sottoposto a un delicatissimo intervento, che avrebbe potuto causare la perdita della vista: “Il tumore aveva anche bloccato un’arteria causandone una specie di rottura. L’intervento è comunque andato bene, ho già riacquistato la vista. Devo ringraziare i miei compagni come Coutinho, Leiva, Suarez, Reina, che sono stati fra i primi a mandare messaggi di ringraziamento al chirurgo che mi ha operato. I giorni dopo l’operazione sono stati difficilissimi: non potevo mangiare, dovevo andare in bagno direttamente dal letto”. Ora viene sottoposto a trentacinque sedute di radioterapia.

L'esempio di Gutierrez, suo ex compagno al Newcastle, che ha avuto un cancro ai testicoli, gli dà forza. “Mi ha detto di andare sempre avanti, di guardare positivo. Lui è straordinario. Ha una forma migliore di quando giocava al Newcastle. Penso che quanto accaduto mi abbia reso migliore. Noi calciatori siamo convinti di vivere in una bolla, ci sentiamo invincibili. Ma non è cosi. Siamo abituati a giocare in stadi pieni, abbiamo vite da persone privilegiate ma quanto accaduto mi ha fatto riscoprire le cose importanti. Ogni giorno che mi sveglio amo e apprezzo chi mi circonda ogni giorni di più”.

Fonte: BBC Sport →
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