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Martedì, 23 Aprile 2024

L'Aquila non esiste più: in centro ci sono 29 negozi, prima del sisma erano 900

A quasi cinque anni dal devastante terremoto del 6 aprile 2009 il centro della città è "abitato soltanto da fantasmi" scrive Attilio Bolzoni su Repubblica

La ricostruzione del centro storico dell'Aquila non è mai iniziata.

A quasi cinque anni dal devastante terremoto del 6 aprile 2009 il centro della città è "abitato soltanto da fantasmi" scrive Attilio Bolzoni su Repubblica.

Lo definiscono "Il più grande cantiere d'Europa", ma è un cantiere fermo, immobile. Tante macerie e L'Aquila da qualche giorno è anche senza sindaco, dopo le dimissioni di Massimo Cialente.

In una casa al piano terra di piazzetta San Flaviano sono ancora stesi i panni lasciati ad asciugare la notte del 6 aprile del 2009. Si sono messi in salvo solo i ladri nell'Abruzzo seviziato dopo la tragedia. Qui, nell'era berlusconiana, sono riusciti a rubare più di quanto abbiano fatto gli sciacalli in Irpinia o nel Belice.

L'Aquila non esiste più: non è uno slogan, ma la dura realtà. Prima del sisma c'erano 900 botteghe per le vie del centro, oggi ce ne sono solo 29: meno del 3 per cento dei negozi di cinque anni fa.

Corso Federico II, Oscar Carli Sport è chiuso, Ariston pub chiuso, Casa della Calza chiusa. Via Umberto I, pizzeria Perla nera chiusa, gioielleria Ciocca chiusa, lavanderia chiusa, sartoria chiusa, profumeria chiusa. Il palazzo comunale è ancora diroccato, il rettorato è in frantumi, la chiesa dei gesuiti sventrata. Via Paganica è un vicolo deserto, come via Navelli e via Cavour. Eccola la città ricostruita con la propaganda, il suo centro storico è polvere.

Il futuro non sembra riservare nemmeno un sorriso: il prossimo sindaco, si vocifera, potrebbe essere Giovanni Lolli, due volte parlamentare del Pd, sottosegretario allo Sport, fedelissimo di D'Alema ai tempi dell'Operazione Arcobaleno, gli aiuti al Kosovo, che rimase incagliato per favoreggiamento - reato prescritto - in un'inchiesta sulla Protezione civile.

Possibile che non ci sia nessun altro per far rinascere L'Aquila? È la dannazione del dopo terremoto.

Le Asl intanto hanno certificato l'aumento del 30 per cento del consumo di psicofarmaci in città.

Fonte: La Repubblica →
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