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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"In Italia un bambino su venti lavora"

Sono 260mila i minori tra i 7 e i 15 anni che lavorano nel nostro Paese. Secondo il rapporto di Save the Children molti di questi attualmente si trovano in riformatori


Sono almeno 260mila i minori tra 7 e 15 anni coinvolti in lavoro minorile nel nostro paese, 1 su 20. Questo quanto emerge dal rapporto "Lavori Ingiusti" di Save the Children, presentato al ministro della Giustizia Andrea Orlando e scritto in collaborazione con il dipartimento per la Giustizia minorile.

Una larga parte dei minori che al momento sta scontando una condanna penale, ha alle spalle mesi o anni di lavoro svolto sotto i 16 anni. Inoltre molti di loro hanno lavorato addirittura a 11-12 anni e in condizioni di grave sfruttamento, per tante ore di seguito e di notte, fuori della cerchia familiare.

Ristorazione, vendita, edilizia, agricoltura e allevamento, meccanica alcuni dei principali settori di impiego di questi giovanissimi. Queste esperienze sono direttamente connesse a quelle di abbandono scolastico. L'indagine della ong fa comprendere quanto sia grave il fenomeno dello sfruttamento del lavoro minorile anche nel nostro Paese: il 7% dei ragazzi tra i 7 e i 15 anni ha subito un'esperienza di questo tipo.

La maggior parte di loro oggi si trova in istituti penitenziari minorili, comunità d'accoglienza o ai servizi sociali. Tutti coinvolti in questi processi ben prima dei 16 anni. Nel 73% dei casi sono giovani italiani mentre il 27% è costituito per lo più da ragazzi di origine straniera (in genere della Romania, Albania, Africa del nord). Spiega Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children
 

Si comincia con le difficoltà a scuola e la frequenza discontinua che, a sua volta, genera scarsi risultati e la spinta ad abbandonare lo studio e iniziare a lavorare. Un lavoro che però il più delle volte si rivela illegale, saltuario, sottopagato, non qualificante e, nelle forme peggiori, duro fino alla violenza e allo sfruttamento. Un'esperienza da cui i ragazzi potrebbero decidere di "liberarsi" scegliendo la strada dell'illegalità e delle attività illecite.

Per questo Save the Children continua a fare pressione per un Piano Nazionale sul Lavoro Minorile che preveda da un lato la creazione di un sistema di monitoraggio regolare del fenomeno e dall'altro le azioni da svolgere per intervenire efficacemente sulla prevenzione e sul contrasto del lavoro illegale, e in particolare delle peggiori forme di lavoro minorile.

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