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Martedì, 16 Aprile 2024

L'intercettazione che inguaia la Lega sui dieci milioni in Lussemburgo

Due manager bancari parlano in un colloquio registrato dai carabinieri dei soldi spariti all'epoca della caccia dei magistrati al tesoro del Carroccio. Il tutto finisce sul tavolo dei Pm di Genova

“È uscito fuori di tutto e di più. Il problema sono questi dieci milioni”. “Lui mi diceva che li c’è un manager che è un leghista, uno della Lega, all’interno di... come si chiama, la società...”. A parlare sono due manager bancari e l'intercettazione del dialogo di un incontro che avviene nell'estate del 2018, quando i magistrati di Genova sono alla caccia dei 49 milioni della Lega, prova, secondo chi indaga, che una parte del tesoro scomparso dalle casse del partito, 10 milioni, sarebbe partito da una banca altoatesina, la Sparkasse, per essere investito nel Granducato e poi ritornare parzialmente in Italia. A raccontare oggi la vicenda è Il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Marco Grasso e Stefano Vergine:

Il dialogo risale al 18 settembre del 2018 e viene captato da una registrazione ambientale dei carabinieri del Ros di Bolzano. I militari in quel momento stanno indagando sulle presunte malversazioni nella gestione della cassa di risparmio altoatesina. Molti accenni di quella conversazione interessano però la Procura di Genova, che a sua volta, con il coordinamento del procuratore aggiunto Francesco Pinto, sta cercando le prove del collegamento tra i 10 milioni di euro e la Lega. Per questo l’audio viene trasmesso ai magistrati liguri.

Ad accendere i fari sull’affare lussemburghese sono varie coincidenze. La prima è che il Carroccio, nel gennaio del 2013, aveva aperto un conto corrente alla Sparkasse depositando in tutto una decina di milioni di euro tra liquidità e titoli finanziari: quel deposito viene svuotato nel giro di sei mesi, fino ad essere chiuso. Tre anni più tardi, nel 2016, su un conto deposito detenuto da Sparkasse in Lussemburgo, presso la banca privata Edmond de Rotschild Asset Management, viene accreditato un investimento di un ammontare molto simile: 10 milioni di euro. Soldi che Sparkasse ha sempre rivendicato come propri e non riconducibili alla Lega.

Un ulteriore elemento considerato sospetto dai pm è la richiesta di rientro in Italia di 3 milioni di euro dell’investimento iniziale, che avviene a gennaio del 2018, in prossimità di due eventi ritenuti significativi dagli investigatori. Primo: il sequestro dei conti leghisti, che ammonta proprio a 3 milioni di euro e avviene nel settembre del 2017. Secondo: le elezioni politiche del marzo 2018. Insomma, il sospetto degli investigatori è che la Lega, per ripianare i 3 milioni venuti a mancare a causa del sequestro giudiziario, abbia riportato in Italia un ammontare equivalente parcheggiato segretamente in Lussemburgo un paio di anni prima. Soltanto un’ipotesi, per ora. 

EDIT 5 GENNAIO: Nicola Calabrò, ad della Cassa di Risparmio di Bolzano, ha inviato al Fatto Quotidiano una replica all'articolo:

Negli articoli “L’audio che incastra la Lega sui 10 mln spariti” e “Aiello, l’ex avvocato del Carrocc io . . .” vengono riferiti fatti non corrispondenti al vero e le fonti citate sono state distorte in modo strumentale. Partendo dalle intercettazioni, l’articolo si fonda su una presunta prova che la banca abbia trasferito fondi per conto della Lega in Lussemburgo, rappresentata dalla conversazione tra due ex dirigenti. Come può essere dimostrato dalla lettura integrale dell’intercettazione, la conversazione conferma che i fondi in oggetto sono della banca e non hanno a che fare con la Lega e che le altre frasi citate sono estrapolate in modo strumentale. Pertanto entrambi i titoli degli articoli del 2 gennaio (“L’audio che incastra la Lega...” e “Così Sparkasse fece da scherm o . . .”) sono falsi, fuorvianti e danneggiano la reputazione della banca.

La Banca ha già collaborato con la Procura di Genova nel fornire tutta la documentazione che dimostra la totale estraneità alle ipotesi di coinvolgimento nel trasferimento di fondi in Lussemburgo per conto della Lega. Per quanto riguarda invece i rapporti tra l’Avv. Aiello e la banca, questi rappresentano in maniera fuorviante l’operato della banca relativo alla concessione del mutuo, che ha seguito un iter rispettoso delle normative. Gli stessi articoli attribuiscono allo studio associato Aiello-Brandstatter incarichi svolti a favore della Lega, mentre l’Avv. Brandstatter non è mai stato coinvolto in dette attività, svolte invece esclusivamente dall’Av v. Aiello. L’associazione professionale tra Aiello e Brandstatter –ba - sata su una collaborazione in relazione a clienti dello studio bolzanino in provincia di Milano – si è conclusa il 13 febbraio 2014.

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Fonte: Il Fatto Quotidiano →
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