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Giovedì, 28 Marzo 2024

Letta e Alfano si spartiscono il potere: così stanno piazzando i loro uomini

I due esponenti di Pd e Pdl, scrive L'Espresso, hanno iniziato a piazzare i loro uomini anche nelle aziende statali, negli enti pubblici, nei servizi segreti e alla Rai.

Letta e Alfano si sono equamente divisi ministeri e sottosegretari. Ora, è l'accusa dell'Espresso, i due esponenti di Pd e Pdl hanno iniziato a piazzare i loro uomini anche nelle aziende statali, negli enti pubblici, nei servizi segreti e alla Rai.

Non tutti apprezzano questo dinamismo. Il malumore è evidente, ad esempio, nelle parole di Massimo D'Alema: "Vedi, ai miei tempi noi comunisti dovevamo fronteggiare una sola Dc. Ora in questo governo di Dc ce ne sono due, una da una parte e una dall'altra".

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Letta e Alfano, scrive Damilano sul settimanale, in un primo momento sono stati presi sotto gamba dagli scettici inquilini del Palazzo: "Dureranno lo spazio di un mattino", dicevano alcuni vecchi "esperti". Poi i due  hanno cominciato a scegliere, a decidere, a nominare: in Parlamento, nel governo, negli apparati dello Stato, dai servizi segreti alla Polizia. Nelle commissioni e nei comitati. Negli enti pubblici e alla Rai.

La divisione degli incarichi Pd-Pdl non riguarda solo gli apparati dello Stato, ma anche i dipartimenti di diretta dipendenza della presidenza del Consiglio. Per esempio il Dipe, il dipartimento per le politiche economiche di Palazzo Chigi, e il Cipe, il comitato interministeriale per la Programmazione economica, la struttura che indirizza miliardi di risorse pubbliche per investimenti e infrastrutture (autostrade, ferrovie, linee metropolitane, porti): 155 delibere per 20 miliardi di euro solo nel 2012.

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Al vertice del Dipe la nomina è andata a un uomo fidato del premier Letta, Ferdinando Ferrara. La reazione del Pdl è stata immediata: spetta a noi  allora il segretario del Cipe. Ora Letta e Alfano devono però fare i conti con chi all'interno dei loro stessi partiti spinge per andare subito al voto e porre fine a questa inedita esperienza di governissimo.

Dopo il primo turno di elezioni amministrative, interpretato da Letta e da Alfano come il primo successo del governo, visto il flop clamoroso del Movimento 5 Stelle, è tornata irresistibile la tentazione di tornare rapidamente alle urne tra gli esclusi del nuovo equilibrio politico. Nel Pd tra i dalemiani lasciati lontani dalle posizioni che contano, ma anche nell'area che fa capo a Renzi, c'è la voglia di regolare i conti con i grillini, approfittare della loro debacle e recuperare i milioni di voti di nuovo in cerca di casa politica. Ma uguale aspirazione coltivano i falchi del Pdl, Verdini in testa, determinanti già nell'inverno del 2012, quando Alfano sperava di candidarsi premier e invece fu costretto a farsi da parte dal ritorno in pista di Berlusconi.

Fonte: L'Espresso →
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