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Giovedì, 28 Marzo 2024

Fidanzati uccisi a Pordenone, ecco la lettera di Giosuè Ruotolo

Giosuè Ruotolo, in una lettera inviata a Quarto Grado, prende le distanze dalle accuse: "Non mi sono mai recato a casa di Trifone e Teresa prima del tragico evento per cene o altro"

Giosuè Ruotolo è l'unico indagato per l'omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i fidanzati uccisi a Pordenone.

In una lettera inviata alla trasmissione 'Quarto Grado', Ruotolo racconta la sua verità:

Non avevo debiti... Sono dispiaciuto per una mia presunta richiesta di 25 euro alla famiglia Ragone che mi sarebbero stati dovuti per il saldo di un pregresso debito del mio commilitone Trifone. Preciso nel modo più assoluto di non aver mai compiuto una tale richiesta e ritengo offensivo attribuirmi un fatto di così basso valore morale.

"Non mi sono mai recato nella loro abitazione prima del tragico evento per cene o altro e dopo il trasferimento di Trifone i nostri rapporti erano rimasti di cortesia", aggiunge l'indagato. Il militare, collega e amico del ragazzo ucciso, si riferisce al racconto dei genitori dello stesso Trifone che dicono di averlo conosciuto e ospitato nella loro casa in provincia di Bari.

E conclude: "Provo rispetto nei confronti della famiglia Ragone per l'immenso dolore che la stessa sta vivendo. Chiedo nel contempo che sia rispettato anche il dolore mio e dei miei familiari per il coinvolgimento in questa triste vicenda della quale mi sono da sempre ritenuto estraneo".
 

Fonte: Quarto Grado →
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