Squinzi, sferzata a Renzi: "Le aziende devono pagare meno tasse, altrimenti non si cresce"
Il leader di Confindustria scrive al Corriere: "Sarebbe interessante chiedere agli italiani se vogliono un lavoro o qualche decina di euro in più in tasca"
Scrive al Corriere della Sera il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, dando una svolta al dibattito sulla riduzione delle tasse che dopo le promesse di Matteo Renzi è diventato molto aspro nei giorni scorsi.
Il premier parla di taglio da 10 miliardi (mercoledì, domani, è il giorno decisivo, in cui verranno varate le prime misure). Misure che porteranno "qualche decina di euro in più in busta paga" a chi ne guadagna fino a 1.500 al mese.
Squinzi non nega che il fatto sia positivo, ma spiega che la vera svolta può arrivare solo e soltanto dalla riduzione del cuneo fiscale pagato dalle aziende. Per un miglioramento della competitività delle imprese e per aiutare l’occupazione.
"Cresceremo - dice Squinzi - se il costo delle nostre imprese sarà confrontabile con quello dei nostri diretti concorrenti. Un miglioramento di competitività di costo si tradurrebbe immediatamente in effetti positivi sia sull’occupazione, sia sulla competitività d’impresa. È strutturale, agisce in profondità".
Il leader di Confindustria continua: "Sarebbe interessante chiedere agli italiani se vogliono un lavoro o qualche decina di euro in più in tasca. Sarebbe interessante stimare quante delle crisi industriali che stiamo affrontando sono crisi generate da costi eccessivi".
Cresceremo se, a fianco della sacrosanta spending review , faremo una regulation review che rimuova le troppe norme che generano costi, tempi, ruoli, poteri inutili. Che alimentano caste e corruzione. L’imprenditore non può passare la maggior parte del suo tempo sul codice civile o con gli avvocati. Il suo mestiere è un altro.
Mani più libere, costo del lavoro più basso. Basteranno le misure di domani a dare una scossa a un'economia che cresce a passo di lumaca?
