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Domenica, 10 Dicembre 2023

"Sotto l'Expo ci sono affari, lobby, partiti e speculazioni"

Il libro denuncia di Roberto Maggioni è stato "adottato" dal Movimento 5 Stelle come manifesto dei No-Expo: "Qui un mare di cemento e una montagna di soldi"

Un libro. Da agitare come un manifesto. I grillini che hanno visitato i cantieri dell'Expo hanno deciso di prendere "Expopolis" e farne una sorta di vademecum per opporsi a quella che le istituzioni vedono come una risorsa ma che il Movimento ha già bollato come speculazione.

E così, nel giorno dell'ispezione in quel di Rho, sul blog di Beppe Grillo è stato pubblicato un estratto del libro (che riportiamo qui sotto) e che si può liberamente scaricare da qui: l'opera, infatti, è in "Creative commons".

Di quello che avverrà dentro i padiglioni di Expo non sappiamo nulla, così come non sappiamo nulla di cosa sarà il dopo Expo. È il vuoto di una città che non sa guardare oltre il 2015.

(…) Avete presente il Crystal Palace di Londra, la Torre Eiffel a Parigi o il traforo del Sempione? Queste architetture, veri e propri simboli del territorio che ancora li ospita, rappresentavano all’epoca in cui furono realizzate la sintesi delle sfide dell’epoca e sono ancora oggi la marca delle rispettive esposizioni (1851, 1889, 1906). Oggi sappiamo che Expo sarà una fiera internazionale di medie dimensioni e grandi aspirazioni (centotrenta i paesi partecipanti attesi) che ha completamente snaturato il tema originario “Nutrire il pianeta, energia per la vita” con cui ha vinto la sfida contro Smirne. Una fiera che si ripeterà ogni giorno uguale a se stessa e che avrà bisogno, come linfa vitale, di tanti eventi mediatici attorno per fare in modo che ogni giorno sia un giorno perfetto, un giorno con qualcosa da raccontare: un mega-evento mediatico e poco più, senza mai dimenticare che, quando il circo finisce, l’erba non può più crescere sotto l’asfalto.

(…) Interessi e affari veri sono altrove: strade, ferrovie, case, centri commerciali, poltrone in Spa, visibilità per i politici, insomma tutto quel corredo del peggio “made in Italy” che conosciamo. E poi c’è il dopo Expo, la manna dal cielo per proprietari dell’area, palazzinari e costruttori. Alla polis resteranno un mucchio di soldi in meno e nuovi debiti.

(…) I proprietari dei terreni ci guadagnano triplo: prima nella vendita delle aree, durante con l’urbanizzazione della zona (costruzione di strade e ferrovie, allacciamento a rete fognaria, acqua, elettricità, gas), dopo con la costruzione del nuovo quartiere che prenderà il posto di Expo. Fondazione Fiera e Cabassi erano proprietari di terreni classificati nel vecchio piano urbanistico come “verde agricolo” e su cui non si sarebbe potuto costruire. Con la passata di spugna di Expo il verde agricolo diventa cemento black & grey: 50% di terreno edificabile (oltre 400mila metri quadrati) con un indice di edificabilità molto alto, dello 0.52%: è l’Accordo di programma (Adp) messo a punto dalla giunta Moratti e sottoscritto, a neanche due mesi dal suo insediamento, dalla giunta Pisapia. Il voto del consiglio comunale di Milano arriva il 25 luglio 2011.

(…) Expo sarà un evento in perdita sostenuto in questi anni da investimenti pubblici. Anche le banche lo sanno, tanto è vero che innumerevoli bandi fatti per scegliere il partner bancario di Expo 2015 sono andati deserti. La situazione si è sbloccata solo dopo che il comune di Milano ha votato la fideiussione di 55 milioni di euro a favore di Arexpo.

(…) “Expo 2015 ha pochi primati fino a ora. Ma un record svetta su tutti: due bandi per i lavori sul sito, due inchieste. La magistratura milanese indaga sia sul bando vinto dalla Cmc, sia su quello vinto dalla Mantovani. Senza contare le aziende segnalate dalla prefettura di Milano tramite le informative tipiche e atipiche perché in odore di mafia.

Fonte: BeppeGrillo.it →
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