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Mercoledì, 24 Aprile 2024

"Malattia" di sabato o lunedì: "Licenziamento giusto"

La decisione, storica, della Cassazione: le assenze tattiche - come i certificati di malattia pre o post weekend - possono giustificare un licenziamento

Non più, non solo, la "quantità". Ma anche, e soprattutto, la "qualità". Da oggi un lavoratore sarà licenziabile non solo quando accumula un numero eccessivo di assenze, superando quello che si chiama "periodo di comporto", ma anche quando le sue assenze sono "piazzate", secondo quello che è già stato ribattezzato l'assenteismo tattico. 

La "colpa" è tutta di un lavoratore di Chieti, troppo spesso assente nei giorni a ridosso o immediatamente successivi a ferie e riposi. Racconta La Stampa

La Cassazione ha confermato il licenziamento di un dipendente di una ditta di materiale edile della provincia di Chieti abilissimo stratega nell’alternare periodi di malattia, ferie e riposi. Il lavoratore, dopo aver ricevuto un rigetto dal giudice di Vasto e dalla Corte d’Appello dell’Aquila, si era rivolto alla Cassazione chiedendo che il licenziamento venisse dichiarato illegittimo visto che il numero complessivo delle sue assenze non aveva superato, appunto, il periodo di comporto.  

La Cassazione, però, ha deciso di punire le "reiterate" e "costantemente agganciate" ai giorni di riposo assenze. Secondo i giudici supremi, questo comportamento configura gli estremi dello scarso rendimento visto che il lavoratore riusciva ad accumulare assenze anche per 520 ore annuali, quasi un quarto di quelle che si dovrebbe lavorare.

Se poi si cominciassero a "verificare" i certificati di malattia, tanto meglio. 

Fonte: La Stampa →
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