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Giovedì, 28 Marzo 2024

"Non ha pagato la spesa": dipendente del supermercato licenziata, i colleghi si schierano con lei

Siamo a Montevarchi, in provincia di Arezzo. Sessanta lavoratori hanno sottoscritto una lettera di solidarietà a sostegno di una collega licenziata per "una distrazione"

La solidarietà dei colleghi è stata massiccia, l'azienda dal canto suo - e del tutto legittimamente - attende che si pronunci il giudice del lavoro prima di eventuali nuovi commenti sulla vicenda, che trova ampio spazio sulle pagine dei quotidiani locali. Siamo a Montevarchi, in provincia di Arezzo. Sessanta lavoratori hanno sottoscritto una lettera di solidarietà a sostegno di una collega licenziata per quella che definiscono una semplice distrazione. Lavorano tutti per una nota catena, e protestano per un atto da loro ritenuto ingiusto verso una dipendente che è anche delegata dell'Unione Sindacale di Base, sigla con la maggioranza degli iscritti nell'esercizio commerciale.

Il gruppo che opera nel settore della grande distribuzione organizzata - racconta oggi la cronaca locale della "Nazione" - le ha contestato nell'aprile scorso di aver sottratto merce per una somma pari a 43 euro, ovvero il costo di tre uova di cioccolato, una confezione di hamburger e una di insalata preconfezionata. Libera quel giorno dal lavoro, era andata a fare la spesa e alla fine aveva utilizzato le casse veloci. Come si legge nella missiva indirizzata ai responsabili dei vari settori direttivi della coop, la sindacalista ha passato la carta socio sotto il lettore cosa che identifica il possessore con nome, cognome, indirizzo e telefono, poi i prodotti, premendo quindi il tasto "termina e paga", e per gli acquisti le hanno consegnato due bollini.

Secondo la ricostruzione, chiacchirando con le due colleghe in quel momento addette alla vigilanza non si sarebbe accorta che la cassa non aveva registrato il saldo ed emesso lo scontrino, chiave per far aprire il cancelletto di uscita. Si è messa a cercarlo ma "le è stato aperto il cancello delle casse fast senza effettuare i dovuti controlli sul palmare", come recita il testo della missiva nel quale si riconosce la buona fede di tutti gli attori dell'episodio e in primis della dipendente definita nella lettera dei colleghi "onesta e irreprensibile come lavoratrice e cliente". Non appena le commesse si sono accorte dell'accaduto, l'hanno fatta richiamare all'altoparlante e lei ha immediatamente provveduto a saldare.

Il gruppo avrebbe invece fatto scattare il licenziamento per giusta causa il 20 maggio per una condotta "intenzionale e tanto grave in quanto idonea a ledere definitivamente il vincolo fiduciario alla base del rapporto". 

Fonte: La Nazione →
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