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Venerdì, 29 Marzo 2024
Genova

Liguria in zona gialla, i medici: "Siamo sconcertati. Genova ha numeri da fascia rossa"

Il disappunto di Alessandro Bonsignore, presidente dell'Ordine dei camici bianchi liguri: "Siamo preoccupati"

La decisione di inserire la Liguria tra le regioni in fascia gialla ha provocato profondo sconcerto tra i medici liguri e i professionisti del comparto sanitario, racconta oggi GenovaToday. Del resto i numeri parlano da soli. In Liguria il 43% dei posti letto in terapia intensiva e il 64% di quelli nei reparti ordinari è occupato dai pazienti Covid. 

"Il sentore di tutta la categoria, dai medici del territorio a quelli che operano in ospedale sino ai liberi professionisti, è che sia sbagliato - spiega Alessandro Bonsignore, presidente della Federazione Regionale Ligure Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri - Siamo sconcertati da questa assegnazione, non per quanto riguarda la regione Liguria, ma per Genova".

In termini di penetrazione e diffusione del virus, infatti, la Liguria sembra ruotare intorno al polo centrale che è Genova, dove i positivi crescono vertiginosamente ogni giorno e dove gli ospedali fanno fatica a gestire il carico di pazienti, covid e non covid positivi.

"Non stupisce che la Liguria sia complessivamente gialla, perché abbiamo gran parte del territorio addirittura verde - prosegue Bonsignore - ma a Genova, come numeri, siamo numeri da rosso. I medici sono molto preoccupati, era stato detto che il ministro Speranza avrebbe potuto valutare aree più piccole in cui adottare misure specifiche, e secondo il mondo sanitario Genova deve essere considerata rossa".

I numeri del contagio a Genova

I numeri: mercoledì, giorno in cui è stato comunicato (solo in tarda serata, e dopo indiscrezioni che la volevano quantomeno arancione) che la Liguria era in fascia gialla, a Genova i positivi erano 9.939 compessivi. Dei 1.122 nuovi positivi diagnosticati comunicati, ben 824 sono stati registrati nel territorio delle Asl 2, con 586 emersi da attività di screening, 226 contatti di caso confermato e 12 nel personale sanitario.

"Il nostro appello ai cittadini è quello di fare la propria parte - sottolinea Bonsignore alla luce dei numeri - Bisogna comportarsi tutti come fossimo in zona rossa: usciamo solo per andare a lavorare, spesa una volta la settimana, no a pranzi in famiglia se non è convivente, no alle visite a genitori, nonni e amici. Bisogna limitarsi il più possibile, al lavoro mai a meno di due metri dagli altri e sempre con la mascherina, bisogna lavarsi le mani 400 volte al giorno. Se tutti facciamo così, allora forse si riesce a trovare il compromesso tra il lato economico e la salute, ma se continuiamo ad assistere a una crescita dei contagi vuol dire che la gente non rispetta le regole, e la situazione diventa drammatica. Non tanto per chi ha il covid, ma per tutti quelli che hanno problemi di salute non covid".

La situazione è infatti diversa rispetto a marzo in termini di gravità dei sintomi, età dei pazienti e mortalità. E questo è vero, dice Bonsignore. Ma non è affatto meglio, rispetto a marzo, la situazione degli ospedali, e l’estremo sforzo che il sistema sanitario sta affrontando per garantire le cure a tutti.

"Ho voluto personalmente stare diverse ore in pronto soccorso città e ho avuto modo di vedere i dati direttamente, parlare con primari e medico - spiega ancora Bonsignore - e in modo uniforme mi dicevano che il tasso di accessi impropri, quelli per sintomi che non necessitano di assistenza ospedaliera, ammonta a meno del 5%, e sono persone che accedono spontaneamente, senza avere fatto passaggio dal medico di famiglia. Il numero percentuale è basso, ma con così tanti contagiati il numero assoluto di persone che necessitano di ricovero è talmente alto che secondo le stime nell’arco di 15 giorni noi dovremo avere 2000 posti letto solo covid in Liguria, cosa che non abbiamo neanche, vorrebbe dire che chi non hai  covid non avrebbe possibilità di essere curato, ed è questo il vero dramma".
 

E a chi dice che sono tutte bufale, che la situazione è meno grave di quanto viene dipinta dai media, dalle istituzioni e da chi in ospedale lavora? "Ah beh, a loro dico: venite in pronto soccorso e guardate le facce dei medici e le condizioni fisiche e psichiche in cui lavorano. Poi ne riparliamo". 

Fonte: GenovaToday →
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