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Giovedì, 28 Marzo 2024

Liliana Segre: "Sono pronta a guidare la commissione contro l'odio"

Al Corriere della Sera la prima intervista dopo quasi un mese di silenzio, mentre intorno a lei è successo di tutto

A novant'anni Liliana Segre dice di essere pronta a presiedere la Commissione contro l'odio, nata su sua iniziativa. "Se me la propongono, sono dell'idea di dire sì. Sono stata in dubbio e certo il calendario degli anni non va indietro. Ma io credo in questa Commissione, dunque spero di reggere", dice la senatrice a vita in un'intervista al Corriere della Sera.

La tentazione di abbandonare il campo ogni tanto si affaccia. Se a quasi 90 anni finisci bersagliata da insulti, sotto scorta, senza più la vita semplice e riservata di prima, credo sia normale chiedersi “ma chi me l’ha fatto fare?”. Però dura poco, non sono una che si arrende facilmente

L'intervista al Corriere è la prima che Segre ha rilasciato da un mese a questa parte. Quasi trenta giorni nei quali Segre si è trovata al centro della scena e delle polemiche: la nascita della commissione, l'astensione del centrodestra in aula, i messaggi d'odio, le proteste, l'assegnazione della scorta, l'incontro con Matteo Salvini che avrebbe dovuto restare riservato e invece è arrivato sulla stampa, le cittadinanze onorarie rifiutate e offerte.

"Sono esausta", dice la senatrice a vita. "Troppa esposizione, troppo odio, troppe polemiche, troppa popolarità, troppo tutto. Alla mia età mi trovo a condurre un’esistenza che non avrei mai immaginato", afferma, parlando anche dell'assegnazione della scorta, decisa dal Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico della Prefettura di Milano. "Naturalmente sono rimasta di stucco: a quasi 90 anni e per la sola colpa di essere una sopravvissuta alla Shoah e di esporre pacatamente i miei convincimenti, c’è bisogno che sia tutelata la mia sicurezza. È certo un condizionamento nella vita privata e mi disturba l’idea di essere un peso per lo Stato, però i carabinieri che mi accompagnano sono ragazzi meravigliosi che mi hanno adottata come una nonna, non solo con professionalità, ma anche con affetto".

Quanto è sprofondato in basso un Paese che deve mettere sotto scorta Liliana Segre?

Segre risponde anche alle critiche alla commissione che porta il suo nome. "La Commissione che ho proposto non può giudicare né censurare nessuno e non può cambiare le leggi. Si tratta di studiare un fenomeno, di avanzare proposte su un problema per cui tutti, anche gli esponenti dell’opposizione quando parlano a telecamere spente, si dichiarano allarmati. L’odio in rete dilaga. La convinzione di agire in una zona franca e nell’anonimato sta producendo un imbarbarimento, una sorta di bullismo su larga scala, che le leggi esistenti non riescono a contenere".

L'intervista è anche l'occasione per parlare messaggi d'odio di cui è diventata il bersaglio e della reazione "negazionista" che c'è stata, scaturita "da un'inesattezza giornalistica" (i "200 messaggi al giorno" rivolti contro di lei). "I messaggi non solo esistono, ma sono una valanga" e "quello che emerge è un campione, la punta dell'iceberg": "Sono stati registrati picchi in corrispondenza di una mia maggiore esposizione".

Tornando poi sulla questione delle cittadinanze onorarie, "anche questo sta diventando un nuovo terreno di battaglia di cui farei a meno", dice,viste le polemiche che accompagnano ogni annuncio. Emblematico è stato però quello che è avvenuto a Biella, con Ezio Greggio che ha rinunciato alla cittadinanza onoraria dopo che era stata negata a lei. "Il caso di Biella è stato però l’occasione di ricevere un fiore raro come il gesto di Greggio, che è molto più di una cittadinanza".

Fonte: Corriere.it →
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