"Malavita e potere si sfiorano nel ristorante più alla moda della Capitale"
Lirio Abbate sull'Espresso racconta del ristorante in via Giulia, non lontano dalla sede della Procura nazionale antimafia
Sta facendo molto discutere nella Capitale un articolo di Lirio Abbate sull'Espresso.
Politici, ministri, calciatori mangiano tranquillamente accanto ai tavoli dei boss da 'Assunta madre', uno dei ristoranti più "in" di Roma, situato in via Giulia, non lontano dalla sede della Procura nazionale antimafia. Un vero inno alla "trasversalità".
"Malavita e potere si sfiorano" scrive Abbate.
Il "padrone di casa" è Gianni Micalusi, 51 anni, imprenditore ittico di Terracina. Era un amico di alcuni ex componenti della banda della Magliana ma è stato assolto nei processi in cui è stato coinvolto.
Scrive L'Espresso che in questo ristorante, fino alla vigilia dell’arresto per omicidio, andava a mangiare quasi tutti i giorni il camorrista Michele Senese, conosciuto come “ ’o pazzo”: uno degli ultimi “re di Roma” cenava a gamberoni, aragoste e ostriche. L’ingresso di Senese ricordava ad alcuni le scene del celebre film "Il Padrino"; il boss veniva salutato con rispetto dal titolare e c’era sempre qualche cliente che scattava in piedi per ossequiarlo.
Chissà se questi omaggi sono stati notati da altri clienti famosi come Gianni Letta, Massimo D’Alema, Fausto Bertinotti, Gianni Alemanno, Beppe Grillo, Denis Verdini, tanto per citarne alcuni. Tutti i commensali vip sono fotografati abbracciati a Johnny. Fanno bella mostra anche due foto di Silvio Berlusconi con dedica autografata che porta la data del 15 maggio 2012: “A Johnny con gli auguri più affettuosi”.
Macalusi non compare nella compagine societaria, sono i figli ventenni i titolari. L'Espresso spiega:
L’amministratore unico è un calabrese, socio in un’impresa ittica di un armatore di Mazara del Vallo coinvolto in passato in un’inchiesta su traffici di droga organizzati dalla cosca trapanese e dalla ’ndrangheta.
