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Giovedì, 25 Aprile 2024
Arezzo

“Sfibrato dal Covid, ero uno sportivo e ora respiro a fatica”: e sui social c’è chi lo accusa di essersi inventato tutto

Il racconto di Lorenzo Stocchi, 35enne di Arezzo: i terribili giorni in rianimazione, il ritorno a casa ancora positivo e debilitato dalla malattia, in attesa della negativizzazione

Non basta ammalarsi di Covid-19, finire in rianimazione, veder morire il proprio vicino di letto, tornare a casa ancora positivo al coronavirus e senza forze, in attesa di quel tampone negativo che potrà liberarlo. Oltre a tutto questo, ci sono anche gli insulti sui social di chi non gli crede e pensa che sia tutto una bufala.

Lorenzo Stocchi, 35enne di Arezzo, appassionato di rugby, immersioni e trekking, con una capacità polmonare sopra la media, ha raccontato in un lungo post su Facebook la sua drammatica esperienza con Covid-19. Tra gli oltre 5mila commenti ricevuti, circa 150 sono stati negativi, racconta ad ArezzoNotizie. “Persone che sostengono che mi sia inventato tutto. Ho cercato di rispondere ai più, prendendoli in giro. Con uno di loro non è stato possibile. Non so chi sia, è un uomo del Veneto. L’ho segnato alla polizia postale. Appena potrà, lo denuncerò”, spiega. Il commento in questione è decisamente pesante: “Tieni duro mi raccomando! Tieni duro a prendere per il c**o la gente! Idiota pagato… con quella faccia che ti ritrovi… a schiaffi due a due finché non diventano dispari… idiota! Non ti sputerei neanche sennò disinfetto la me**a che sei!”.

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Il racconto di Lorenzo, sportivo sfibrato dal Covid

Ma quello che Lorenzo Stocchi ha vissuto è tutto drammaticamente vero. Sono vere infatti le interminabili giornate nel reparto Covid dell’ospedale San Donato di Arezzo, tra cui una settimana terribile passata in rianimazione, con il casco per l’ossigeno, le braccia con catetere venoso e arterioso attaccati, l’alimentazione tramite flebo. Come è vero che adesso che è tornato a casa, comunque ancora positivo, per Lorenzo la battaglia non è finita.

“Ho perso quasi dieci chili, non ho dormito per giorni, ho avuto crisi emotive. Non ho avuto paura di morire, ma il terrore di essere solo. Completamente. Senza possibilità di comunicare con l’esterno”, racconta.  Da casa riesce ad affacciarsi alla finestra e salute la fidanzata e i genitori che lo passano a trovare. Piano piano sta recuperando le forze, ma è ancora molto, troppo debole. Non riesce più a respirare come un tempo e comunque, una volta negativizzato, dovrà sottoporsi a sedute di riabilitazione. 

Fonte: ArezzoNotizie →
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