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Martedì, 23 Aprile 2024

Indagato Luca Lotti, il "fedelissimo" di Matteo Renzi

Il ministro dello Sport Luca Lotti, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del governo Renzi, risulta indagato dalla procura insieme al Comandante Generale dei Carabinieri Tullio Del Sette e al Comandante dei Carabinieri della regione Toscana Emanuele Saltalamacchia, per la fuga di notizie sull'inchiesta della procura di Napoli sugli appalti Consip. Lotti scrive su Facebook: "È una cosa che non esiste. Inutile stare a fare dietrologie o polemiche"

Nuova tegola sul governo Gentiloni. Il ministro dello Sport Luca Lotti, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del governo Renzi, risulta indagato dalla procura insieme al Comandante Generale dei Carabinieri Tullio Del Sette e al Comandante dei Carabinieri della regione Toscana Emanuele Saltalamacchia, per la fuga di notizie sull'inchiesta della procura di Napoli sugli appalti Consip. La magistratura, come riporta stamani il Fatto quotidiano, sospetta a suo carico i reati di favoreggiamento e rivelazione di segreto d'ufficio.

La fuga di notizie avrebbe infatti consentito la bonifica ambientale degli uffici dei vertici Consip dalle cimici fatte mettere dai magistrati nella sede nazionale di via Isonzo a Roma.

Motivo per cui i pm napoletani titolari dell'inchiesta su Consip Henry John Woodkock, Celeste Parrano, Enrica Parascano hanno trasmesso per competenza le carte sulla fuga di notizie alla Procura di Roma guidata da Giuseppe Pignatone.

Il quotidiano diretto da Marco Travaglio riporta, insieme alla notizia dell'indagine sul ministro, anche la sua risposta che è "no" alla domanda se sia sua la responsabilità di aver informato l'ad di Consip Luigi Marroni dell'inchiesta in corso sulla società del Governo da lui amministrata.

Lotti scrive su Facebook: "Dopo settimane di lavoro molto intenso tra referendum, crisi di governo e primi passi del nuovo impegno come ministro mi ero preso un giorno di ferie per la prima recita di Gherardo, mio figlio. Oggi però un giornale scrive che sarei indagato per rivelazioni di segreto d'ufficio in una inchiesta che vedrebbe indagato persino il Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. È una cosa che semplicemente non esiste. Inutile stare a fare dietrologie o polemiche.  Sto comunque tornando a Roma per sapere se la notizia corrisponde al vero e, in tal caso, per chiedere di essere sentito oggi stesso. È una cosa che non esiste e non ho voglia di lasciarla sospesa. Noi non scappiamo dalle indagini: siamo a totale disposizione di ogni chiarimento da parte dell'autorità giudiziaria.  La verità - del resto - è più forte di qualsiasi polemica mediatica e non vedo l'ora di dimostrarlo".
 

Fonte: Il Fatto Quotidiano →
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