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Martedì, 23 Aprile 2024
Il caso / Stati Uniti d'America

La donna che ha usato video “deepfake” per screditare le rivali della figlia

Ha creato dei video per screditare le componenti della squadra di cheerleader. Nelle immagini modificate le ragazze erano nude, bevevano e fumavano

Sicuramente vi sarà capitato di vederli sui social. Magari sarete stati capaci di utilizzarli anche voi in maniera artigianale con le applicazioni che si trovano in rete. I deepfake, i video o le immagini in cui è possibile cambiare il volto dei protagonisti inserendo altre immagini oppure far fare cose a personaggi famosi, sono la moda del momento. Possono diventare, però, un vero e proprio strumento pericoloso se utilizzato con scopi diversi dal puro intrattenimento. Se a sottolinearlo è stato anche l'Fbi c'è da crederci. Un uso fatto anche da una donna, Raffaela Spone, che l'ha sfruttato per vendicare la figlia in una normale disputa scolastica.

Il deepfake usato contro la squadra di cheerleader

La storia arriva dalla Pennsylvania, negli Stati Uniti, dove la donna ha utilizzato foto e video modificati con questa tecnica per screditare le compagne di scuola della figlia appartenenti alla squadra di cheerleader delle Victory Vipers. È vero che il fenomeno cheerleader negli Stati Uniti viene preso con grande serietà e competitività ma nessuno si era mai spinto fino a questo punto. La donna ha creato dei video e delle foto nelle quali le componenti della squadra si mostravano nude mentre fumavano e bevevano. Per diffamarle le ha poi inviate a Mark McTague, l’allenatore della squadra. E non si è fermata a questo. Ha anche inviato dei messaggi alle famiglie delle ragazze e delle frasi offensive sia alla squadra che addirittura ai proprietari della palestra dove le ragazze si allenano. La donna ha utilizzato dei numeri di telefono falsi ma è stata comunque scoperta dalla polizia di Hilltown.

Le indagini 

Le indagini sono partite grazie a una segnalazione dello scorso luglio. A farla sono stati i genitori di una delle vittime delle diffamazioni. La ragazza aveva ricevuto un sms diffamatorio da parte di un numero sconosciuto. A ruota sono seguite le denuncia di altre due famiglie. Così gli investigatori hanno provato a risalire ai numeri che avevano inviato i messaggi. La prima parte dell'indagine ha permesso di scoprire che i numeri utilizzati erano stati venduti da un sito specializzato in vendite ai telemarketer. L'indagine ha poi permesso di ricondurre tutto all'Ip dell'abitazione di Raffaela Spone. Allo stato, le forze dell'ordine sono convinte che la donna abbia agito addirittura all'insaputa della figlia.

Come smascherare un deepfake

Le immagini delle ragazze coinvolte nei deepfake sono state prese dalla donna sui profili social delle vittime e riutilizzate per creare i video compromettenti. Adesso sul suo capo pende l'accuse di molestie aggravate. Proprio per porre un freno all'utilizzo pericoloso di deepfake numerosi ricercatori stanno studiando il modo di smascherare in maniera automatica un video modificato. È il caso dell'Università di Buffalo che sta sviluppando un algoritmo grazie al quale verranno smascherati in maniera automatica i deepfake. Il sistema si basa sull'analisi dei riflessi della luce sugli occhi del soggetto ritratto.

Fonte: BBC News →
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