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Giovedì, 28 Marzo 2024

Morto in carcere con 8 costole rotte e 2 buchi in testa: "Riaprite il caso Lonzi"

La versione ufficiale dice che il giovane morì per un infarto. Ma come venne alla luce subito dopo, Marcello Lonzi aveva la mandibola fratturata, due buchi in testa, otto costole rotte

Aveva 29 anni Marcello Lonzi. Morì in prigione dieci anni fa, nel 2003. L'Espresso racconta perché in tanti chiedono di riaprire il caso.  

La versione ufficiale dice che il giovane morì per un infarto. Ma come venne alla luce subito dopo, Marcello Lonzi aveva la mandibola fratturata, due buchi in testa, otto costole rotte. In tutti questi anni la madre non ha mai smesso di lottare per far riesaminare il caso. Ora ha aperto una petizione sul web per fare arrivare il caso alla Corte dei diritti dell'uomo.

I fatti risalgono all'11 luglio del 2003 nel carcere delle Sughere di Livorno. Le foto del ragazzo nudo in una pozza di sangue hanno convinto in una settimana più di 15.000 persone a firmare la petizione voluta dalla madre Maria Ciuffi. In Italia il caso è stato archiviato.

Il Gip della Procura di Livorno Rinaldo Merani non ha dubbi a tal proposito: "Non ci sono responsabilità di pestaggio del detenuto Marcello Lonzi, né da parte della polizia penitenziaria, né di terzi. Marcello Lonzi è morto per un forte infarto". Il giovane si trovava in carcere dal marzo di quell'anno, il 2003, per scontare 9 mesi di reclusione per tentato furto. L'11 luglio il suo corpo viene ritrovato a terra nella cella. I punti oscuri nella vicenda non mancano davvero.

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Scrive L'Espresso:

Pochi giorni dopo aver parlato con la magistratura, nel 2008, tenta il suicidio in orario di lavoro l'infermiera delle Sughere in servizio quando fu ritrovato il corpo di Marcello. Si può escludere o no che c'entri con i fatti di Lonzi? C'è poi un referto medico falso e anonimo. Poco dopo l'ingresso in carcere, Marcello accusa dolori al torace: lo hanno picchiato le guardie, lamenta. Le radiografie che gli fanno mostrano una costola fratturata. Ma nel referto del 20 marzo 2003 il medico scrive il falso: "non fratture".

La famiglia di Lonzi non si arrende. Erminia Donnarumma, avocato di Maria Ciuffi, ha un obiettivo preciso: far riaprire il processo in Italia. "Con nuove prove c'è sempre la possibilità di riaprire le indagini. A marzo abbiamo denunciato il medico legale che ha fatto l'autopsia prima che la madre fosse avvertita del decesso, quindi senza che assistesse un perito nominato da lei. E abbiamo denunciato i due medici intervenuti la sera, per omissione di soccorso".

CASO LONZI, GUARDA LE FOTO (SCONSIGLIATO A UN PUBBLICO SENSIBILE)

Fonte: L'Espresso →
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