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Giovedì, 28 Marzo 2024

Sedici anni fa la morte di Marco Biagi, il figlio Lorenzo: "Mi mancherà per tutta la vita"

Quando il giuslavorista fu ucciso a Bologna dalle Nuove Brigate Rosse, suo figlio aveva 13 anni. Oggi 29enne, ricorda il padre. L'intervista su BolognaToday

Il 19 marzo 2002, il giuslavorista Marco Biagi veniva ucciso dalle Nuove Brigate Rosse in strada a Bologna. Suo figlio Lorenzo, che allora aveva 13 anni, racconta a Erika Bertossi di BolognaToday i suoi ricordi di quella sera e come sono stati per lui questi anni. E proprio nel giorno dell'anniversario della morte di Biagi, sulla facciata della facoltà di Economia dell'università di Modena, dove il giuslavorista insegnò, è comparsa la scritta "Marco Biagi non pedala più. Onore a Mario Galesi. Onore ai compagni combattenti".

Sappiamo tutti cosa è accaduto il 19 marzo 2002, a 16 anni dall'omicidio come e dove avverranno le commemorazioni quest'anno?

"A Bologna questa mattina verrà depositata dal Sindaco Virginio Merola una corona di fiori (alle 12.00) nella Piazzetta Marco Biagi, nell'ex ghetto ebraico, esattamente di fianco al luogo in cui fu ucciso mio padre. A seguire, nel pomeriggio, verrà celebrata una messa in ricordo di mio padre nella chiesa di San Martino, finita la quale ci sarà la biciclettata dalla stazione fino in Piazzetta Biagi, che ripercorre il tragitto che mio babbo fece quella sera in bicicletta. Inoltre durante la giornata di oggi mio padre verrà ricordato anche durante una seduta del consiglio comunale sempre qui a Bologna. Parallelamente inizierà nella Fondazione Marco Biagi a Modena un convegno di alcuni giorni in sua memoria".

Quanti anni avevi tu allora

"Avevo 13 anni e frequentavo la seconda media".

Ti va di ricordare come sei venuto a conoscenza di ciò che era accaduto quasi sotto i vostri occhi e come, nella tua mente, avevi elaborato la tragedia da bambino?

"Quella sera erano da poco passate le 20 e io ero appena tornato da una bellissima gita di classe a Mantova. La mattina era stato proprio mio padre ad accompagnarmi in macchina al ritrovo del pullman sui viali, qui a Bologna, per poi andare al lavoro a Modena, dove insegnava. Io stavo guardando la televisione in camera mia quando ad un certo punto sentii mia madre scendere di corsa le scale urlandomi di rimanere dov'ero perchè avevano ucciso qualcuno sotto casa nostra...Subito dopo vidi anche mio fratello Francesco, che all'epoca aveva 19 anni, scendere velocemente le scale. Il momento più tremendo fu quando, affacciandomi alla finestra di camera mia (da cui si vedono il cortiletto interno e il portone d'uscita) vidi mio fratello rientrare con la bici del babbo e lì capii che la persona che era stata uccisa era mio papà".

Cosa pensi oggi  degli autori dell'assassinio? 

"Per fortuna sono un ragazzo molto credente e questo mi aiuta molto a non provare nessun odio feroce nei loro confronti e la fede mi permette di andare avanti con la mia vita. Questo però non vuol dire ovviamente che io perdoni gli assassini di mio padre perchè lo hanno ucciso, lui non c'è più e mi mancherà per tutta la vita".

Fonte: BolognaToday →
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