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Giovedì, 25 Aprile 2024

Pantani, 10 anni dopo: l'indimenticabile ricordo di Gianni Mura

Per ricordare Pantani vi riproponiamo l'articolo che Gianni Mura scrisse per Repubblica il giorno dopo la morte del ciclista. E' tutto lì, quello che c'è da dire sul "Pirata"

Dieci anni fa, il 14 febbraio 2004, moriva Marco Pantani, il ciclista più amato, più discusso.

Oggi tutti i quotidiani ricordano il "Pirata".

Forse per una volta non c'è nulla di nuovo da dire, da scrivere, da argomentare. Nessun mistero, nessuna nuova polemica, non oggi.

Per ricordare Pantani vi riproponiamo l'articolo che Gianni Mura scrisse per Repubblica il giorno dopo la morte del ciclista. E' tutto lì, quello che c'è da dire sul "Pirata".

Con quel paragrafo finale che è già nella storia del giornalismo sportivo italiano: "Pantani, negli ultimi anni, era un uomo molto solo, anche se attorno poteva avere tanta gente. Era la solitudine di chi non riesce più ad accettarsi così com' è, e nemmeno la vita che questo comporta. Gli sia lieve la terra, al fondo di questa lunga discesa. Diventerà un mito, probabilmente. Come quelli che muoiono troppo presto, come quelli che non si sa perché muoiono. Avrei preferito vederlo invecchiare, e bere un bicchiere di Sangiovese con lui, da qualche parte sulle sue colline."

Buona lettura:

Marco Pantani ha cominciato a morire quella mattina del ' 99, a Madonna di Campiglio. Non ha accettato la positività, non ha accettato niente di quello che gli capitava. Tanti altri corridori, invischiati nelle faccende dell' ematocrito, del doping, si sono fermati e sono ripartiti. Lui no. Lui, il re delle salite, si è specializzato nelle discese. Agli inferi, ai paradisi artificiali, a tutto quello che lo nascondeva all' opinione pubblica, ai giornalisti, ai giudici. Si è sempre più isolato, la sua fuga ha avuto distacchi crescenti.

Fonte: La Repubblica →
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