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Venerdì, 19 Aprile 2024

Conquistare Roma con Marino, poi "ripulire" il Pd dalle correnti: è il piano di Bettini

Goffredo Bettini, il "burattinaio" del Modello Roma di Veltroni, è tornato sulle prime pagine di tutti i giornali con la candidatura di Ignazio Marino al Campidoglio. E sul Manifesto spiega il suo piano per far rinascere il Pd

Il Partito Democratico è letteralmente "paralizzato" dalle troppe correnti. Per questo "occorre un congresso di ricostruzione". Parole pesanti quelle di un uomo pesante: Goffredo Bettini, la 'mente' della Roma Veltroniana.

Come prendersi il Pd? Semplice: con il "metodo Marino" che ha portato l'ex senatore a contendere, con alte probabilità di successo, ad Alemanno la poltrona di sindaco di Roma.

"Il Pd - spiega Bettini nell'intervista - è ormai in gran parte autoreferenziale, balcanizzato da gruppi di potere, personalismi e correnti a canna d'organo. Tante energie, che continuano comunque a militarvi, sono impossibilitate ad esprimersi e a contare".

Ma una cosa, per Bettini, è il nazionale. Un'altra è la politica locale. "A Roma abbiamo fatto diversamente: Marino è un uomo libero, porta avanti le sue idee senza condizionamenti. La la pratica correntizia è ancora pane quotidiano nel Pd. Quelli che oggi si scagliano contro le correnti, in un modo o nell'altro, ne hanno fatto parte. Credo di essere il solo, nel vecchio coordinamento politico, a non aver mai aderito a una corrente. Come si sa, fui io a promuovere la candidatura di Marino a segretario nel 2009. Ma dopo il congresso, non ho mai messo piede nella sua componente".

Per Bettini la ricetta è questa: "Un congresso che serva proprio per ricostruire". Per creare "un grande campo che possa assumere le sue decisioni ricostruendo un rapporto vero con le persone, nell'esercizio della loro responsabilità politica individuale. Per questo penso a forme di democrazia deliberante, dove attorno ai grandi temi, attraverso procedure trasparenti, regolari, agili e condivise, i nostri iscritti contribuiscano in modo determinante a decidere le scelte e indicare gli indirizzi necessari. Questa è la rivoluzione che realmente permette di superare intercapedini burocratiche, paralisi delle decisioni e a sedimentare una nuova cultura politica e una mescolanza tra le varie sensibilità, da quelle più radicali e di sinistra a quelle più moderate". Da Sel fino a quel nuovo centro un po' montiano un po' 'alla Marchini'.

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