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Lunedì, 29 Maggio 2023

"Martina morta e i suoi aguzzini assolti, è la fine del mondo": la rabbia dei genitori (che non mollano)

Bruno Rossi e Franca Murialdo, marito e moglie, commentano l'assoluzione in appello dei due imputati nel processo per la morte della loro figlia

C'è rabbia nelle loro parole. Ma anche la determinazione di un padre e una madre che lotterranno fino a che le forze li sosterranno. "Questi giudici si sono divertiti a cancellare tutto quanto eravamo riusciti a fare finora. Hanno detto che Martina si è buttata da sola da una finestra dopo una delle più belle serate delle sua vita. Hanno detto che quei due, quelle rumente (spazzatura in genovese, ndr) che hanno mentito fino all'ultima udienza, non c'entrano niente. È sconvolgente, è la fine del mondo. Ma io e Franca siamo forti, denunceremo ovunque questa enorme ingiustizia". Bruno Rossi e Franca Murialdo, marito e moglie, commentano così parlando al quotidiano Repubblica l'assoluzione in appello dei due imputati nel processo per la morte della loro figlia, caduta, secondo le accuse, per sfuggire a una violenza sessuale.  "Io non ho nemmeno fame, la mia cena sarà una bottiglia d'acqua, Franca non vuole più uscire".

La Corte d'Appello di Firenze ha ribaltato la sentenza che ad Arezzo, in primo grado, aveva condannato a sei anni Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni per la tragedia del 3 agosto 2011 in un hotel di Palma di Maiorca. Si tratta di due coetanei conosciuti dalla ragazza e dalle amiche in vacanza, a Palma di Maiorca. Oggi Vanneschi parla di "fine di un incubo durato 9 anni". Vanneschi e Albertoni sono stati assolti dalla Corte d'Appello di Firenze perché il fatto non sussiste, ma parte di quei reati erano già andati prescritti.

"Martina per noi continua a essere una vittima di omicidio. Lo è stata quel giorno a Maiorca, lo è stata quando la polizia spagnola disse che era un suicidio. E pure quando è scattata la prescrizione per una delle due accuse nei confronti di quelli là, dopo la condanna di primo grado - aggiunge il padre - Ora ci è passato sopra un carro armato. E useranno qualche parolone giuridico per dire che quei due sono innocenti. Ma noi non ci arrendiamo".

I genitori della ragazza incontrarono anche il ministro della giustizia Bonafede nei mesi scorsi. "Perché già la prescrizione per noi era inaccettabile - risponde Bruno Rossi - Di quei sei anni di condanna, da giudicare ne restavano solo tre. Tre anni per aver ammazzato una ragazza. Ora la corte ci dice che il fatto non sussiste, quindi che si è buttata da sola. Ci dimostrino, allora, che Martina era drogata, o ubriaca, tutte cose orribili che abbiamo sentito durante il processo. Perché un gesto del genere altrimenti è inspiegabile". "

"Il procuratore generale era arrabbiato, ci sarà il ricorso in Cassazione - annuncia ancora -

"Oggi prendiamo un treno e andiamo in tutte le più importanti trasmissioni a raccontare chi era Martina. In questi nove anni in aula hanno detto che era una ragazza triste e malata, invece era solare, allegra, piena di vita. Lo deve sapere il mondo intero, anche se lei era il contrario di tutto questo, avrebbe solo voluto vivere la sua vita in pace, senza riflettori".

E su i due imputati, Albertoni e Vanneschi, il papà di Martina dice: "Anche in queste udienze di appello si sono contraddetti, hanno detto un sacco di bugie su Martina e su quella notte. Ma come, se davvero una ragazzina vuole buttarsi giù dal sesto piano non provi neanche a fermarla? E poi le telecamere della questura di Genova che li avevano ripresi mentre sbirciavano il fascicolo di indagine, e su Facebook avevano scritto 'Abbiamo lasciato il segno'".

"Non sono un ingenuo, non è che mi aspettassi tutta questa giustizia - continua - In cuor mio però contavo sul fatto che almeno una qualche responsabilità venisse riconosciuta. Che non si dicesse mai più che Martina si era suicidata. Così, invece, lo Stato non ha saputo trovare il responsabile per la morte di mia figlia, e ha pure gettato fango su di lei. Così è troppo, è un carro armato che ci passa sopra, che ci travolge. Ora non c'è niente, Martina non c'è più e anche la giustizia non c'è più". 

Fonte: La Repubblica →
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