"Mattarella può chiamare Renzi e chiedergli direttamente se gli sta bene il Conte-Ter o no"
L'opinione del quirinalista Marzio Breda a Omnibus, solitamente ben informato sul presidente: "Senza Conte pronto un governo per andare alle elezioni"
"Se stasera Fico si presenta al Quirinale senza un responso chiaro può bastare una telefonata: il presidente della Repubblica chiama Renzi e gli chiede 'ti va bene Conte premier o no?'. Se non va bene, il presidente passerebbe la mano": Marzio Breda, quirinalista del Corriere della Sera che oggi ha scritto che Sergio Mattarella non ha intenzione di bissare l'incarico, in un intervento a Omnibus tratteggia un risvolto interessante per la crisi di governo. Ovvero quello di un presidente della Repubblica che rompe gli indugi e i tatticismi per chiedere direttamente al leader di Italia Viva se vuole o no il Conte-Ter. E a quel punto dalla risposta di Renzi dipenderebbe ogni cosa. "Un incarico a Fico il Quirinale l'ha negato, non era in gioco questo - taglia corto Breda -. Se stasera Fico si presenta al Quirinale con un quadro non del tutto chiaro, non servirà un nuovo giro di consultazioni. Il dominus di questa situazione, quello attorno a cui ruota tutto, è Matteo Renzi. Può bastare una telefonata, il presidente Mattarella chiama Renzi e gli chiede 'Ti va bene Conte come premier o no?'.
Secondo Breda il Quirinale vuole chiudere: "Inutile che facciamo i comizi sui ristoratori che hanno chiuso eccetera. Se non c'è chiarezza su questo, credo che il Presidente passerebbe la mano". E questo perché "Mattarella non è come Giorgio Napolitano, non è un interventista o un demiurgo che svolge un ruolo di supplenza e che si inventa un governo come quello di Mario Monti", ma nel caso varerebbe un governo elettorale (che non c'entra nulla con l'ipotesi di esecutivo istituzionale dato in mano a personalità come quella di Mario Draghi) e porterebbe il paese alle urne in primavera. Ovvero proprio lo scenario che secondo Renzi sarebbe stato impossibile da attuare. L'ipotesi sarebbe terrorizzante per molte delle forze politiche oggi in Parlamento.