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Martedì, 23 Aprile 2024
Il caso

"Indagati Matteo Renzi e il manager dei vip Lucio Presta per finanziamento illecito"

Lo rivela un'anticipazione del quotidiano Domani, secondo cui la Procura di Roma avrebbe iscritto l'ex premier nel registro degli indagati in merito "a un'inchiesta su rapporti economici tra Renzi e l’agente televisivo"

L'ex premier Matteo Renzi risulta indagato per finanziamento illecito e false fatturazioni insieme al manager dei vip Lucio Presta. A renderlo noto un'anticipazione del quotidiano Domani, secondo cui "la Procura di Roma ha iscritto il leader di Italia Viva nel registro degli indagati qualche settimana fa, in merito a un'inchiesta sui rapporti economici tra Renzi e l'agente televisivo".

Al centro dell'indagine, secondo quanto scrive Domani, "ci sono i bonifici del documentario 'Firenze secondo me', che finirono nel 2019 in una relazione dell'antiriciclaggio della Uif".

In una diretta facebook Matteo Renzi ha replicato: "Questo avviso di garanzia non so in cosa possa sostanziarsi. Tutte le mie attività sono lecite e legittime. Quando arriveranno gli atti, e non i tweet dei giornalisti, potremo confrontarci. Non ho nulla da nascondere, buon lavoro ai magistrati". Renzi ha poi aggiunto: "Qualcuno forse pensa che possa fermarmi di fronte a questo, che io possa perdere il buonumore e innervosirmi. Ma chi mi conosce sa che io vado controcorrente, non ho paura di andare contro tutto e tutti anche per cambiare un governo. Figuriamoci se possono farmi paura con un avviso di garanzia. Ci sono casualità che si ripetono. L'altra volta, quando presentai il mio libro, furono arrestati mio padre e mia madre. Stavolta si sono limitati ad un avviso di garanzia. Verrebbe da ridere di fronte a tutto questo ma non c'è niente da ridere. Quindi vado avanti con più decisione di prima".

Gli autori dell'articolo, Giovanni Tizian ed Emiliano Fittipaldi, ricordano che due anni fa L'Espresso "segnalò come Presta, per il progetto televisivo andato in onda su Discovery, girò a Renzi quasi mezzo milione di euro, una cifra che appariva fuori mercato. Non solo se rapportata alle somme pagate da conduttori di fama come Alberto Angela, ma anche messa a confronto con quanto incassato dai Presta da Discovery: se al tempo fonti interne all'emittente rivelarono che il documentario presentato dal politico era stato comprato per poche migliaia di euro, oggi si scopre che l'Arcobaleno Tre (la società di Presta e del figlio Niccolò – anche lui indagato) ha fatto a Discovery una fattura da appena mille euro, che tra l'altro non risulta ancora incassata”. Per Domani il documentario “costato quasi un milione di euro tra compenso per Renzi e spese di produzione, a oggi non ha generato alcun ricavo”. I soldi "ottenuti dall’amico Presta", scrive il quotidiano, “servirono invece a Renzi, nell'autunno del 2018, a restituire parte del prestito da 700mila euro che aveva ricevuto dalla famiglia Maestrelli per l'acquisto della villa di Firenze. Un prestito anomalo che finì nelle maglie dell'antiriciclaggio (i soldi furono bonificati dai Maestrelli attraverso il conto corrente dell'anziana madre, e da qui finirono su quelli dei Renzi), ma in quel caso la procura di Firenze non ravvisò gli estremi del finanziamento illecito, nonostante nel bilancio 2018 dell'azienda di Riccardo Maestrelli – da cui partì la provvista per il prestito dato ufficialmente al politico dall’anziana madre di Riccardo –  non era segnalato come vuole la legge sul finanziamento alla politica". 

Secondo la ricostruzione di Domani, Presta sostenne "che per lui l'operazione 'Firenze secondo me' era un investimento nel tempo e che i diritti sul documentario avevano a suo giudizio un valore economico di rilievo e insindacabile", mentre "Renzi dal canto suo ha sempre spiegato che non è affar suo se Presta vuole pagarlo come una star del cinema al pari di Benigni o Giancarlo Giannini".

Le indagini della Procura di Roma

Ora le indagini della Procura di Roma, che "vuole vederci chiaro sulla regolarità dell'operazione", come scrive Domani, secondo cui "i sospetti maggiori non riguardano tanto il documentario, visto che il prodotto – al di là dei compensi anomali e fuori mercato per il conduttore-autore – è certamente stato realizzato e messo in onda" quanto "altri due contratti e relativi bonifici da centinaia di migliaia di euro a favore di Renzi, scoperti dopo una verifica fiscale nella sede dell'Arcobaleno Tre", e si tratterebbe di "denaro versato dalla società del manager all'ex premier per la cessione dei diritti d'immagine e per alcuni progetti televisivi che i due avrebbero dovuto fare insieme". Nel decreto di perquisizione ai Presta e alla loro Arcobaleno Tre, i pm Alessandro Di Taranto e Gennaro Varone parlano di "rapporti contrattuali fittizi, con l'emissione e l'annotazione di fatture relative a operazioni inesistenti, finalizzate anche alla realizzazione di risparmio fiscale, consistente nell'utilizzazione quali costi deducibili inerenti all'attività d'impresa costi occulti del finanziamento della politica". Domani conclude scrivendo che “i programmi ipotizzati non sono infatti mai stati fatti e soprattutto i pagamenti al politico non sono stati iscritti al bilancio”. 

Fonte: Domani →
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