La fuga dei medici in Germania: “In Italia è una mafia”
Difficoltà nel trovare lavoro e nello specializzarsi, carenza di formazione, sono soltanto alcune delle motivazioni che spingono sempre più giovani professionisti del settore sanitario a scegliere la Germania per avere un futuro
Meglio fare un mestiere umile a mezzo servizio in Germania, con la speranza un giorno di fare i medici. Un sogno coltivato in Italia, ma che sempre più spesso trova sbocco all'estero, in particolare nel Paese della Merkel, divenuto la meta più gettonata per i giovani laureati in Medicina, che scelgono il territorio tedesco per trovare lavoro e mettere su famiglia.
Secondo gli ultimi dati dell'Istat, i professionisti del settore sanitario che hanno chiesto al ministero della Salute le 'pratiche' per poter esercitare all'estero sono passati da 296 nel 2009 a 2.363 nel 2014. Una crescita mastodontica, dettata da vari fattori, a partire dalla carenza di occupazione in Italia, fino alle pecche del sistema sanitario e della formazione.
A raccontare questo fenomeno all'Adnkronos è Davide Civita, 28enne specializzando in Cardiologia e presidente del gruppo Facebook 'Medici italiani in Germania', intervistato da Francesco Maggi: “In Italia ho lavorato, senza stipendio, all'ospedale San Raffaele di Milano. Ma la vera beffa è che continuo a pagare i contributi al Fisco italiano: circa 1.800 euro ogni anno. E' una vera e propria mafia, se decidessi di chiudere la mia posizione perderei tutto”.
“In Germania siamo circa 6mila - continua il 28enne nell'intervista all'Adnkronos – tra medici, infermieri e studenti. I primi tempi per pagarmi la scuola di tedesco ho fatto il gelataio, la mattina i corsi e il pomeriggio nel negozio per 8-10 euro l'ora come vengono pagati gli immigrati appena arrivati“.