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Giovedì, 25 Aprile 2024

Migranti, tutti i dubbi sui respingimenti: "L'Italia impartisce ordini non scritti alla Libia"

Su Avvenire registrazioni esclusive sulle comunicazioni interne tra l'Italia e la Libia: nelle operazioni di intercettazione dei migranti in mare, "di fatto, il nostro Paese impartisce ordini non scritti alla Guardia costiera di Tripoli, agevolando respingimenti illegali"

Se ne parlerà a lungo. Su Avvenire oggi il giornalista Nello Scavo, uno dei più attenti osservatori dei fenomeni migratori sulla rotta del Mediterraneo Centrale,  scrive che, in base a registrazioni esclusive sulle comunicazioni interne tra l'Italia e la Libia, nelle operazioni di intercettazione dei migranti in mare, "di fatto, il nostro Paese impartisce ordini non scritti alla Guardia costiera di Tripoli, agevolando respingimenti illegali verso il Nord Africa". Emerge prepotentemente un quadro di decisioni politiche assunte senza trasparenza e senza legge, interna e internazionale. 

Alcune registrazioni nelle comunicazioni interne tra Italia e Tripoli svelano anomalie e irregolarità che rischiano di trascinare le autorità italiane davanti alle corti internazionali. Un mese la nave italiana Mare Jonio della Missione Mediterranea aveva a bordo 49 persone salvate da un gommone nel Mar Libico. Una motovedetta della Finanza aveva intimato di fermarsi e spegnere i motori. In seguito il comandante e il capo missione saranno indagati: oggi emergono registrazioni audio e documenti che raccontano un’altra storia.

Migranti, perché la Guardia costiera libica non sempre risponde alle chiamate di soccorso?

Tutto inizia alle 13.25 del 18 marzo parte verso la Libia una telefonata da Mrcc Roma, il centro di coordinamento e soccorso della Guardia costiera presso il Ministero delle Infrastrutture. Risponde al telefono l’ufficiale di servizio a Tripoli che però non sa l'inglese: "Ne nasce una conversazione tragicomica. L'Italia vuole sapere se la Libia si occuperà direttamente del coordinamento delle ricerche e del soccorso del gommone perché, come quasi sempre accade, i libici non avevano risposto alle richieste d’aiuto".

"Se già in passato in molte circostanze era apparso chiaro che la cosiddetta Guardia costiera libica non è in grado di gestire l’area di ricerca e soccorso registrata con il sostegno economico e logistico dell’Italia, adesso si ripropone un nuovo interrogativo: chi coordina davvero le motovedette regalate dall’Italia a Tripoli? Dopo quella con la bislacca marineria libica partono una serie di altre telefonate tra Mrcc Roma e la nave della Marina Militare “Capri”, ormeggiata a Tripoli. Ufficialmente è lì per assistenza logistica sulla base di accordi bilaterali. Ma è davvero così?

Fonte: Avvenire →
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