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Martedì, 16 Aprile 2024

Cosa succede dopo l'attacco Usa in Siria: "Sei segnali da tenere in considerazione"

Guido Olimpo sul Corriere della Sera ricostruisce cosa c'è dietro l'attacco Usa alla base siriana, quali sono le intenzioni di Trump e Putin e cosa può accadere dopo

Donald Trump ha dato ordine di lanciare 59 missili Tomahawk contro la base aerea siriana da cui si suppone sia partito l'attacco chimico sulla cittadina di Khan Sheikhun, che ha portato alla morte di oltre ottanta civili, compresi molti bambini. 

Guido Olimpo sul Corriere della Sera ricostruisce cosa c'è dietro l'attacco, quali sono le intenzioni di Trump e Putin e cosa può accadere dopo. 

1. La linea rossa

Con questo attacco, Trump vuole dimostrare di essere pronto a dare ordini immediati e impegnativi, anche in uno scenario così complesso, dando allo stesso tempo un avvertimento a Damasco: "Non riprovateci". Questa nuova "dottrina" potrebbe trovare applicazione anche in altri scenari, "ovunque la Casa Bianca ritenga sia necessario".

2. Operazione selettiva

Per il Pentagono si è parlato di una rappresaglia proporzionata e questo fa pensare che si sia trattato solo di un'operazione selettiva e circoscritta. "Il problema è che in Medio Oriente sai come inizi una crisi, ma non sai come la concludi".

3. Il rapporto con Mosca

Nei prossimi giorni è prevista una visita a Mosca del segretario di Stato americano Tillerson. Con l'attacco alla base siriana, Washington sta ricalibrando il rapporto con Mosca (gli americani hanno definito i russi incompetenti o complici, in riferimento forse alla possibile copertura data ad Assad nell'uso di armi chimiche). Bisogna vedere se Trump e Puntin troveranno un punto comune per risolvere la crisi (magari arrivando a una spartizione della Siria).

4. Un segnale a Nord Corea e Iran

Non bisogna sottovalutare che l'ordine di attaccare contro Damasco è stato dato mentre Trump ospitava a cena il suo omologo cinese,  Xi Jinping. Trump aveva già evocato l'opazione militare contro la Corea del Nord nei giorni scorsi. Il segnale, anche all'Iran, sembra chiaro.

5. Il sostegno russo a Damasco

C'è chiaramente un limite alla difesa e alla volontà russa di aiutare Assad. Come ha detto ieri il portavoce di Putin: il sostegno di Mosca a Damasco non è incondizionato

6. Flessibilità

Appena pochi giorni fa, Trump assicurava ad Assad che nessuno aveva intenzione di rovesciarlo e ora lo bombarda. Bisogna attendere e vedere se questa stragedia si rivela porterà risultati
 

Fonte: Corriere della Sera →
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