"L'Italia è preda di rancore, paura e razzismo": parla il segretario generale della Cei
Mons. Nunzio Galantino: "L'Italia è preda di rancore, paura e razzismo: c'è qualcosa che li tiene insieme, e che è più del rancore, più della paura, più del razzismo. E' qualcosa di molto più micidiale"
"L'Italia è preda di rancore, paura e razzismo: c'è qualcosa che li tiene insieme, e che è più del rancore, più della paura, più del razzismo. E' qualcosa di molto più micidiale". Interpellato da Maria Latella, autrice del libro "Fatti privati e pubbliche tribù", presentato a Roma, mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ha tracciato questo quadro del nostro Paese, in cui domina lo "spaesamento", anche tra i cattolici. "Sembra che tutto ti sorprenda, ti attiri e ti respinga", ha commentato il vescovo, a quanto riportato dal Sir, citando i recenti tragici fatti di Macerata. "Abbiamo dovuto aspettare un po' di tempo per capire come erano andate le cose. Ognuno si è accostato ai fatti unicamente per ricavare qualcosa, e così la paura, il rancore e il razzismo sono cresciuti".
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"Quando non è solo il singolo, ma il Paese che vive questo - ha spiegato il segretario generale della Cei - capiamo la fatica e la difficoltà, anche dei nostri ragazzi, a orientarsi su quello che dalla mattina alla sera viene dai nostri politici". Un senso di "spaesamento", questo, presente anche tra i cattolici: "Non nego che anche la Chiesa fa fatica ad orientarsi in maniera chiara. Non c'è possibilità di essere lucidi in questo momento". Riguardo ai politici, Galantino ha fatto notare: "Più che migliori o peggiori del passato, molti di loro sono inadeguati".
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"Come possiamo trovare soluzioni a un mondo del lavoro che sta radicalmente cambiando?", ha domandato Galantino. "Non con promesse fantasiose e parole in libertà che caratterizzano questo clima pre-elettorale". Per il presule pugliese, "bisogna rimettere in moto il senso di responsabilità", la proposta del vescovo: "La vita è fatta di decisioni, qualche volta possono essere sbagliate, ma l'importante è prenderle".