E' morto Gianfranco Maris, il partigiano che nacque tre volte
L'avvocato milanese, simbolo della Resistenza, si è spento a 94 anni. E' stato senatore e presidente dell'associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti. Di sé diceva: "Sono nato tre volte"
MILANO - E’ stato deportato. Ed è tornato a casa vivo, vincitore. E’ stato avvocato. E’ stato partigiano. E’ stato un simbolo. E’ stato presidente dell’associazione nazionale ex deportati. Ha vissuto più di tre vite, quelle che - scherzando, ma non troppo - si “auto concedeva”, Gianfranco Maris. Tutte vissute a testa alta, con la voglia di lottare e di non abbandonare mai i propri ideali.
LA MORTE - Si è spento venerdì nella sua casa di Milano, a novantaquattro anni, lasciando dietro di sé tutti i simboli che è diventato nel corso della sua vita, Maris, l’avvocato milanese emblema della Resistenza.
CHI ERA - Era presidente dell'Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti: un riconoscimento “guadagnato sul campo”, con le esperienze da deportato a Fossoli, poi a Mauthausen e a Gusen. L’avvocato fu anche senatore e membro del Csm dal '72 al '76, sempre con la stessa forza, sempre con lo stesso orgoglio.
LA SUA VITA - Nel corso della sua vita, aveva raccontato la sua storia di deportato nel libro ‘”Per ogni pidocchio cinque bastonate”. Proprio in quelle pagine, nella prefazione, aveva scritto: “Mi chiamo Gianfranco Maris e sono nato tre volte. La prima quando mi partorì mia madre, nella nostra casa di corso Buenos Aires 65 a Milano. Era il 19 gennaio 1921. La seconda nascita è quella ufficiale: 24 gennaio 1921, il giorno in cui mio padre andò in Comune per 'registrarmi'. Ancora oggi sulla mia carta di identità c'e' scritto: nato a Milano il 24 gennaio 1921. Il mio compleanno lo festeggiamo sempre quel giorno lì”.
Ma mi considero nato una terza volta il 5 maggio 1945, quando, arrampicato in cima a una scala di una torretta del campo di concentramento di Mauthausen-Gusen, vidi arrivare una camionetta di soldati americani.