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Sabato, 20 Aprile 2024

L'ipotesi di fusione Mps-Unicredit

Secondo Il Sole 24 Ore il ministero dell'Economia studia il merger con la banca. Ma le parti per ora smentiscono. E da Mustier ancora non è arrivato l'ok

Sono "totalmente destituite di fondamento le notizie circolate oggi intorno alla vicenda Mps e in particolare precisano che dal Tesoro non è stata presentata nessuna proposta ad alcuna controparte": il ministero dell'Economia ieri sera ha pubblicato una nota particolarmente arrabbiata per smentire l'ipotesi di fusione tra il Monte dei Paschi di Siena e Unicredit che era stata ventilata nel pomeriggio dal Sole 24 Ore. Un'ipotesi che il quotidiano conferma oggi spiegando che in questo disegno, il Monte finirà integrato in UniCredit Italia, mentre per UniCredit Europa si aprirerebbero le porte per un’altra operazione, ad esempio con Commerz o SocGen. Sul tavolo, per Mps, dote da 2 miliardi di aumento e 3 miliardi di crediti fiscali.

Tutto parte dal fatto che al Monte presto servirà un nuovo aumento di capitale, e non è detto che il miliardo e mezzo già stanziato dal decreto Agosto sia sufficiente. Per questo un partner come UniCredit risolverebbe tutto: si tratterebbe comunque di un passaggio complicato dal punto di vista politico perché il governo potrebbe finire attaccato dall'opposizione al grido di "Dagli allo straniero". Però rimane che l'ingresso di Mps regalerebbe una banca con una presenza più capillare sul territorio italiano mentre UniCredit Europa potrebbe finire a Commerzbank o a SocGen. 

È questo il contesto in cui da mesi si è aperto un canale tra Via XX Settembre e Piazza Gae Aulenti volto a esplorare la percorribilità del piano. Un contesto di cui fa parte anche la designazione di Pier Carlo Padoan come prossimo presidente della banca: al Tesoro, di cui è stato titolare fino a un anno e mezzo fa, è stato il protagonista del difficile negoziato che ha portato alla «ricapitalizzazione precauzionale» di Mps, operazione finora unica nel suo genere.

E sicuramente ha ben presente la necessità di trovare un approdo. L’ex ministro dell’Economia ha avviato la pratica per le dimissioni da deputato e ha scritto al presidente della Camera Roberto Fico, in un iter rapido che non passerebbe dal voto dell’Aula perché l’uscita da Montecitorio viene motivata da ragioni di incompatibilità.

Secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, dal ceo francese non è ancora arrivato un via libera a un’operazione Siena. Perché, è probabile, molto se non tutto dipende dalle condizioni a cui il Tesoro conferirebbe la banca. 

Il nuovo Dpcm lunedì 2 novembre?

Fonte: Il Sole 24 Ore →
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