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Venerdì, 29 Marzo 2024

Mucca pazza, tornano in tavola budello e intestino: "Morbo sotto controllo"

Tutti i test confermano che il 90% dell’infettività è nel sistema nervoso centrale: l'articolo del Fatto Alimentare

Il morbo della "Mucca pazza" è sotto controllo e così in Italia tornano in cucina il budello e l’intestino bovino. A raccontare tutte le novità è il Fatto Alimentare. Il Ministero della Salute ha deciso di modificare la lista dei  Materiali Specifici a Rischio o MSR, cioè dei materiali ricavati dalla macellazione dei bovini ritenuti pericolosi. Erano anni che non venivano apportate modifiche sostanziali.

Quattordici anni or sono, era il 2001, per la vicenda della BSE (encefalopatia spongiforme bovina), si diede inizio all’inclusione nell’elenco degli intestini, come pure l’abbandono progressivo del budello bovino come metodo per insaccare i salumi. L'intestino è stato però scagionato da tutti gli esperti: i test confermano che il 90% dell’infettività è nel sistema nervoso centrale, mentre quella associata alle parti di intestino diverse dagli ultimi 4 metri del tenue, cieco e mesentere è trascurabile.

Maria Caramelli, Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, dice al Fatto Alimentare: "L’intestino fu tolto dalla catena alimentare perché alcuni studi britannici condotti all’inizio dell’epidemia avevano evidenziato la presenza del prione, la proteina patologica agente della BSE, in alcune porzioni linfatiche dell’intestino".

"L’ipotesi - continua - fu che essa, prima di raggiungere e accumularsi nel cervello e nel midollo spinale, passasse dall’intestino, per poi scomparire. Per evitare rischi associati a una malattia allora non ancora perfettamente compresa, senza possibilità di terapia e vaccinazione, si decise quindi di bandirlo, sulla base del principio di precauzione".

Da allora è passato molto tempo, e non invano: l’Europa ha quasi del tutto eliminato la malattia, e l’Italia, in particolare, ha registrato prevalenze sempre molto basse, e nessun caso (nei bovini) dal 2011; inoltre, i mangimi a base di carne e ossa, veicolo della malattia, sono inutilizzati da parecchi anni. Dal punto di vista scientifico, sappiamo che la BSE, ormai rara in tutto il mondo, colpisce animali sempre più anziani.

Fonte: Il Fatto Alimentare →
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