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Venerdì, 29 Marzo 2024

'Ndrangheta, i boss tornano in libertà: "Hanno protezioni altissime"

Con alcune scarcerazioni attese a breve la 'ndrangheta torna ad avere "a disposizione" i suoi uomini di punta a Reggio Calabria. Lo scrive Giovanni Tizian in un lungo articolo sull'Espresso

Con alcune scarcerazioni attese a breve la 'ndrangheta torna ad avere "a disposizione" i suoi uomini di punta. Lo scrive Giovanni Tizian in un lungo articolo sull'Espresso.

Gli uomini della famiglia De Stefano verranno scarcerati a breve. Sono la ’ndrina più potente dello Stretto, e godono di altissime protezioni.

Giuseppe De Stefano stesso in tribunale diceva: "Dei De Stefano si sente parlare, ma si deve ascoltare... Non c’è mania di grandezza, perché noi, la mia famiglia, conosciamo meglio di altri cosa voglia dire la sofferenza dovuta a un nome, a una grandezza, a una storia. [...] Una volta è uscito mio padre dal carcere, nel 1982, e in un negozio di scarpe ha trovato 60 milioni di lire di conto e noi figli camminavamo con le scarpe bucate". 

Un messaggio chiaro: qui in tanti hanno fatto strada grazie alle scarpe della mia famiglia e ci debbono riconoscenza.

E' stato arrestato 7 anni fa e ha una lunga condanna da scontare. Nonostante ciò il suo clan è sempre più forte, soprattutto grazie ai familiari che sono tornati in libertà e che secondo gli inquirenti si stanno spartendo la gestione della holding criminale. 

Sono già stati scarcerati lo zio Orazio, l’unico della vecchia guardia ancora in vita, e il cugino Giovanni. A ottobre sarà la volta anche di Paolo Rosario, il figlio naturale di don Giorgio e quindi fratello di Giovanni. Nel 2017 verrà scarcerato Carmine, il fratello più grande di Giuseppe, considerato “l’ideologo” della ’ndrina. 

«Il più pericoloso, con una particolare propensione all’eversione», osserva una fonte investigativa. È spietato, dicono i collaboratori di giustizia. La sua prima moglie si chiama Giusy Coco Trovato. Non una donna qualunque, ma la figlia del boss lecchese Franco Coco Trovato che ha seminato violenze e quattrini in Lombardia, oltre a essere un referente dei De Stefano al Nord. Giusy ha confessato al suo diario di non amare davvero Carmine, lei in realtà avrebbe voluto sposare Giuseppe. Solo che non si è limitata a scriverlo, lo ha raccontato in giro. Per questo motivo Carmine aveva deciso che Giusy doveva morire. Un pentito ha descritto persino i particolari dell’esecuzione: «Avrebbero dovuto ucciderla e poi buttarla nello Stretto». L’ha salvata il padre ergastolano, con una lettera da vero uomo d’onore, vergata dalla cella del 41 bis: «Se ha sbagliato mia figlia, sul mio sangue me la vedo io».

Secondo alcune inchieste recenti i De Stefano avrebbero pedine ovunque, dalla Costa Azzurra al Nord Italia.

Fonte: L'Espresso →
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