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Sabato, 20 Aprile 2024

New York Times: "Guantanamo è una macchia indelebile sulla democrazia Usa"

Il duro editoriale del New York Times sulla prigione di Guantanamo

Guantanamo è una macchia indelebile sulla democrazia statunitense, come il carcere di Maze lo è su quella britannica. Il New York Times torna a parlare del centro di detenzione per i presunti terroristi, dove è in corso uno sciopero della fame che ormai coinvolge la maggior parte dei 166 detenuti.

In un editoriale, il quotidiano parte dall'inaugurazione, ieri, del museo-biblioteca in onore di George W. Bush, a cui erano presenti, a Dallas, i cinque presidenti degli Stati Uniti ancora in vita. Un museo che rappresenta l'eredità di Bush, la cui inaugurazione è stata definita da Obama come "un giorno speciale per la nostra democrazia".

Ma c'è un altro edificio, lontano da Dallas - ricorda il Times - che simboleggia l'eredità "oscura" di Bush: il centro di detenzione nella baia di Guantanamo, a Cuba, dove l'allora presidente - e i successivi - decise di rinchiudere ogni persona sospettata di terrorismo, dopo gli attentati dell'11 settembre.
Persone, nella maggior parte dei casi, accusate di nulla. Un carcere divenuto "l'emblema della pericolosa espansione del potere esecutivo e delle detenzioni al di là della legge, delle prigioni segrete e delle torture". Ora, il carcere è anche un "promemoria del fallimento di Obama", che aveva promesso di chiuderlo non appena arrivato alla Casa Bianca, e della "dannosa interferenza del Congresso" in ogni tentativo di dare un giusto processo ai detenuti, e liberare gli innocenti.

Sulle 166 persone ancora detenute, solo in sei sono state formalmente accusate di un crimine; le altre, come Samir Naji al Hasan Moqbel, uno yemenita che ha raccontato la sua esperienza, settimane fa, proprio al quotidiano di New York, si trovano a Guantanamo da oltre un decennio, senza essere state accusate di nulla. Per questo, e per le speranze tradite, i detenuti hanno cominciato, settimane fa, uno sciopero che al momento riguarderebbe 92 prigionieri.

"Quella prigione - è l'opinione del quotidiano - non avrebbe mai dovuto essere aperta". E Washington sembra addirittura intenzionata a investire su Guantanamo, visto che sta considerando l'ipotesi "scioccante" di spendere 200 milioni di dollari per migliorare ed espandere il centro di detenzione. I sondaggi mostrano che gli americani sono sempre più indifferenti al carcere e "il nostro giornale ha ricevuto molte critiche per aver pubblicato un racconto in prima persona" di uno dei prigionieri di Guantanamo in sciopero della fame, fa sapere il quotidiano.

"Nonostante Bush abbia detto di sentirsi a suo agio per le dure decisioni prese, il Paese dovrebbe riconoscere il caro prezzo pagato per quella che, essenzialmente, è una prigione politica".
Come "gli scioperi della fame nell'ignobile carcere di Maze in Irlanda del Nord (dove morirono Bobby Sands e altri nove attivisti per la riunificazione dell'Irlanda, ndr) hanno macchiato in maniera indelebile la Gran Bretagna, così Guantanamo macchia l'America" conclude il New York Times.

Fonte: New York Times →
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