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Venerdì, 29 Marzo 2024

Garza nell'addome dopo il parto, 33 anni dopo il processo dura ancora: l'avvocato è il figlio

Dieci mesi il parto, la scoperta dell'errore commesso dai medici dell'ospedale. Da allora - era il 1985 - Nunzia lotta per il risarcimento

Trentatré anni fa, Nunzia Coppola Lodi fu ricoverata in ospedale dieci mesi dopo la nascita di suo figlio Andrea con parto cesareo in ospedale a Bergamo. I sintomi successivi alla nascita del piccolo, l'ittero e i crampi che Nunzia accusava, avevano fatto pensare al peggio. Sul tavolo operatorio la scoperta: l'equipe che aveva fatto nascere suo figlio aveva dimenticato una garza nel suo addome. Da quel giorno del 1985 la donna lotta per ottenere un risarcimento. 

La sua storia è stata raccontata dal Corriere della Sera. A seguirla come avvocato è stato inizialmente suo padre, poi è stata lei stessa a prenderne il posto e ora è il turno del figlio, che nel frattempo si è laureato e ha preso l'abilitazione. 

"Ho pensato di mollare tutto, ma sono andata avanti anche per le persone che, a differenza mia, non sono avvocati e probabilmente avrebbero accettato l'offerta iniziale. Non è giusto. Se si sbaglia, si deve chiedere scusa e andare incontro alla persona che ha subito l'errore", ha detto Nunzia al Corsera. L'ospedale riconobbe l'errore e nel 1998 l'assicurazione pagò ma poi si andò avanti a colpi di ricorsi. 

Lei parla di "tenacia": ha chiesto che le somme venissero riadeguate al tempo trascorso, indennizzi per i mesi trascorsi senza poter lavorare all’epoca dei fatti, e i costi di tutti i gradi di giudizio. Che poi, in trent’anni, sono una sentenza del tribunale civile di Bergamo più tre passaggi in Appello e tre in Cassazione, che di recente ha rinviato di nuovo in secondo grado per le spese legali

Una storia che rimane ancora oggi senza un finale

Fonte: Corriere della Sera →
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