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Giovedì, 18 Aprile 2024

L'occupazione nazista in Italia provocò la morte di 165 civili al giorno

I risultati di quattro anni di studio della Commissione degli storici italo-tedesca presentati alla Farnesina

Una strage quotidiana, la cui ferita si sta cicatrizzando ancora a fatica, anche se i rapporti tra i due paesi e le sue popolazioni sono ormai pacificati: tra l'8 settembre 1943 e l'8 maggio 1945, ogni giorno in Italia venivano uccisi in media 165 civili italiani, prigionieri di guerra, internati militari italiani o cittadini deportati per motivi politici in seguito agli ordini delle truppe di occupazione tedesche.
Si tratta di un "numero enorme" e tra i risultati di quattro anni di studio della Commissione degli storici italo-tedesca, che sono stati presentati alla Farnesina alla presenza del ministro degli Esteri Giulio Terzi e del suo omologo tedesco Guido Westerwelle.

Questa cifra di primo acchito appare come un conteggio cinico, ma in verità si tratta di un numero fino ad oggi poco conosciuto, tanto più che non comprende le vittime delle battaglie sul campo tra la Wehrmacht e l'esercito italiano, nemmeno i partigiani uccisi.

Dal lavoro della commissione formata da 10 esperti (5 per nazione) e creata dopo il Vertice italo-tedesco di Trieste del novembre 2008, non esce tuttavia niente di eccezionalmente nuovo: i crimini di guerra commessi nel paese ex alleato sono stati studiati in modo più che approfondito, molto meglio - scrive la Welt online - dei reati commessi nella Jugoslavia occupata o anche nell'Unione sovietica.

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