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Giovedì, 25 Aprile 2024

Apre la prima osteria a tempo: meno si sta al tavolo, meno si paga

"Un'idea presa dal passato è la nostra carta contro il coronavirus", dicono i titolari dell'osteria di via dei Coltelli a Bologna. Ecco come funziona

A Bologna nasce la prima osteria nella quale al momento del conto non si paga quello che si è mangiato, ma il tempo trascorso a tavola. L'idea dell'osteria "a tempo" è di Antonella De Sanctis e di Mirco Carati, i titolari del locale Vâgh íñ ufézzí (tradotto dal bolognese: vado in ufficio) di via dei Coltelli e pare che al momento non abbia precedenti.

Di necessità virtù in tempo di Covid-19 e di distanziamento sociale, con i ristoranti che dimezzano i posti a sedere (e conseguentemente gli incassi). Non è un all-you-can-eat, non è una gara uomo contro cibo, non è un pasto da consumare veloce, scrive la collega Erika Bertossi di BolognaToday che ha intervistato i titolari.

Come funziona un'osteria a tempo

Ci racconta questa nuova formula di ristorazione? Come è nata e come funziona? "Per sopravvivere agli effetti del coronavirus, che per noi si sono tradotti in una drastica riduzione dei coperti con l'aggravante di avere un locale molto piccolo, abbiamo meditato una vera e propria trasformazione. Ci hanno parlato di un vecchio locale di via del Pratello, il Ghiton, in cui si mangiavano (con cucchiai collettivi legati ai tavoli con una catenella) solo fagioli. Più si stava, più si mangiava e si pagava appunto proporzionalmente al tempo trascorso. La lampadina si è accesa e senza tradire la nostra natura e la nostra cucina, abbiamo deciso di provare una strada senza dubbio originale che consentirà a più persone (con lo stesso budget, la stessa qualità e le stesse porzioni) di cenare da noi prenotando una fascia oraria e consumando a volontà in quel lasso di tempo".

osteria a tempo bologna-2

Mirco e Antonella spiegano nel dettaglio come sarà mangiare da loro a partire da lunedì 5 ottobre: "Semplicemente si prenota un tavolo (come sempre) indicando il numero di persone e il tempo che si intende trascorrere in osteria partendo da un minimo di un’ora per consentire alla cucina di preparare i piatti caldi (non è un fast food!). Il menù non cambierà rispetto ad oggi (i nostri piatti sono tradizionali, ma la cucina non è solo bolognese) ma da sei portate arriveremo a nove, tutte scritte per bene sui nostri classici fogli di carta paglia. In quel lasso di tempo si mangia e si chiede anche il bis o un’altra portata, senza limiti. Dall'antipasto al dolce, passando per le crescentine. Il vino è escluso. Allo scadere dell’ora prenotata i clienti devono lasciare il posto a chi viene dopo di loro".

Quanto si paga nell'osteria a tempo?

E quanto si paga con questa formula? Lo spiega Antonella, visto che è lei a fare i conti: "Come ha già precisato mio marito (non lo avevamo detto? Mirco e Antonella sono una coppia al lavoro e nella vita) manteniamo i nostri prezzi perché pensiamo che non sia giusto far pagare la crisi ai nostri clienti. Da un calcolo fatto sullo scontrino medio, un’ora di osteria costerà 18 euro a persona e per due ore si pagheranno 26 euro. Nei periodi in cui ci saranno delle pietanze speciali come quelle a base di tartufo (lo amiamo!) ci sarà naturalmente un piccolo sovraprezzo che ci consentirà di affrontare i costi della materia prima".

Fonte: BolognaToday →
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