"Pacemaker al contrario": i medici indagati per la morte di un bimbo di due anni
La famiglia vuole vederci chiaro, così come il pm Daniela Cento che ipotizza specifiche responsabilità penali nei medici che lo hanno operato la prima volta, appena nato a Taormina, così come la negligenza di chi lo ha visitato nei due anni successivi.
Giacomo è entrato in sala operatoria appena nato, il 15 settembre 2016, per un problema al cuore: poco più di due anni dopo il 3 gennaio 2019 il piccolo muore all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
La famiglia vuole vederci chiaro, così come il pm Daniela Cento che ipotizza specifiche responsabilità penali nei medici che lo hanno operato la prima volta, appena nato a Taormina, così come la negligenza di chi lo ha visitato nei due anni successivi.
Come ricostruisce La Repubblica martedì è fissata un'udienza per affidare ad un perito le necessarie indagini che oggi vedono otto medici indagati per omicidio colposo. Secondo le carte dell'inchiesta il pm ipotizza che il giorno della prima operazione al piccolo Giacomo sia stato impiantanto un pacemaker al contrario, casuando una sorta di cappio all'arteria polmonare che avrebbe provocato una un'insufficienza cardiocircolatoria acuta
Ma man mano che cresce, il cappio si stringe sempre più, e le sue condizioni peggiorano.
"Il processo eviterà che in futuro possano ancora accadere tragedie simili" spiega l'avvocato della famiglia Domenico Naccari. Anche perché secondo l'ichiesta anche i medici che lo hanno visitato successivamente non hanno ravvisato la gravità della situazione e per l'accusa "ognuno dei medici che lo ha avuto in cura ha concorso a cagionare la morte del bimbo".