Un ospedale per abortire: in provincia di Padova un polo per l'applicazione della 194
In tutta la provincia sono solo 10 i medici non obiettori. Otto faranno parte di un polo unificato l'interruzione volontaria di gravidanza
Gli otto ginecologi non obiettori di coscienza che operano nella provincia di Padova convoglieranno in un polo unificato per l'interruzione volontaria di gravidanza. Lo riporta Il Gazzettino.
La novità è stata annunciata da Domenica Scibetta, direttore dell'Ulss 6 Euganea, che ha la giurisdizione sugli ospedali di Piove di Sacco, Cittadella, Camposampiero e Schiavonia, dove lo scorso anno sono stati effettuati 529 aborti grazie alla presenza di quegli otto non obiettori, su un totale di 41 medici (con un tasso di obiezione di coscienza quindi all'80%). Resta esclusa la città capoluogo, che ricade invece sotto l'ala dell'Azienda ospedaliera universitaria dove appena due ginecologi garantiscono l'applicazione della legge 194 sull'ivg, mentre rimanente 95% si astiene per motivi etici.
La decisione, spiega il quotidiano del Nord Est, dà seguito a un protocollo già operativo dallo scorso maggio.
Proprio ieri Il Gazzettino aveva pubblicato la storia di Giulia - nome di fantasia di una 41enen di Padova - che aveva deciso di ricorrerre all'ivg ed era stata costretta a bussare alle porte di 23 ospedali tra Padova, provincia e regioni limitrofe, prima di trovare l'assistenza che la legge le garantisce quasi allo scadere dei 90 giorni previsti. "Era stata proprio la storia di Giulia - scrive il Gazzettino - a sollecitare una presa di posizione scaturita prima nel protocollo e ora nel centro unificato".