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Giovedì, 18 Aprile 2024

Papa shock: "Alla nascita di Gesù non c'erano il bue e l'asinello"

Inoltre il Papa ha sostenuto che i "pastori non cantavano" e che la luminosità della cometa era dovuta a una concomitante esplosione di una supernova

Il bue e l'asino non erano nella stalla con Gesù e i pastori non cantarono. Sono due particolari illustrati dal Papa che, nel libro sull'infanzia di Gesù presentato oggi in Vaticano, spiega l'origine tradizionale del presepe usato a Natale dai fedeli.

Quanto alla nascita di Gesù nella grotta, "nel Vangelo non si parla di animali", scrive Ratzinger. "Ma la meditazione guidata dalla fede, leggendo l'Antico e il Nuovo Testamento collegati tra loro, ha ben presto colmato questa lacuna, rinviando ad Isaia 1,3: 'Il bue conosce il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende'". Probabilmente, racconta il Papa, anche altri due libri della Bibbia di Abacuc e dell'Esodo hanno avuto un'influenza. "L'iconografia cristiana già ben presto ha colto questo motivo. Nessuna raffigurazione del presepe rinuncerà al bue e all'asino". Quanto al "canto degli angeli" raccontato dal Vangelo, "si può ben comprendere che il semplice popolo dei credenti abbia poi sentito cantare anche i pastori, e, fino a oggi, nella Notte Santa, si unisca alle loro melodie, esprimendo col canto la grande gioia che da allora sino alla fine dei tempi a tutti è donata".

"Autorevoli rappresentanti dell'esegesi moderna sono dell'opinione che la notizia dei due evangelisti Matteo e Luca, secondo cui Gesù nacque a Betlemme, sarebbe un'affermazione teologica, non storica. In realtà Gesù sarebbe nato a Nazaret", scrive ancora il Papa, per aggiungere: "Io non vedo come si possano addurre vere fonti a sostegno di tale teoria". Il Papa, poi, attribuisce una "misura notevole di credibilità alla tradizione locale betlemita, alla quale si riallaccia anche la basilica della Natività".

Il Papa contesta inoltre che la cometa sarebbe "un racconto teologico, che non si dovrebbe mescolare con l'astronomia".

"Con il sorgere dell'astronomia moderna, sviluppata pure da cristiani credenti, è stata posta nuovamente nche la questione circa questo astro", scrive Ratzinger. In particolare, "Giovanni Keplero ha avanzato una soluzione che sostanzialmente viene riproposta anche da astronomi di oggi. Keplero ha calcolato che, a cavallo tra l'anno 7 e 6 a.C. - che, come già detto, oggi viene considerato l'anno verosimile della nascita di Gesù - si è verificata una congiunzione dei pianeti Giove, Saturno e Marte.
Nell'anno 1604, egli stesso aveva notato una congiunzione simile, alla quale si era aggiunta anche una supernova. Con questo termine si indica una stella debole o molto lontana in cui avviene un'enorme esplosione, così che essa per settimane e mesi sviluppa un'intensa luminosità". Keplero "così tentò di spiegare astronomicamente il fenomeno della luminosissima stella di Betlemme" e "può essere interessante - prosegue il Papa - che lo studioso Friederich Wiesler di Goettingen sembri aver trovato, in tavole cronologiche cinesi, che nell'anno 4 a.C. 'era apparsa ed era stata vista durante un tempo prolungato una stella luminosa'".

Inoltre, "la grande congiunzione di Giove e Saturno nel segno zodiacale dei Pesci negli anni 7-6 a.C. Sembra essere un fatto accertato" e "dall'incontro di Pianeti - afferma (l'astronomo, ndr.) Ferrari d'Occhieppo gli astronomi babilonesi potevano dedurre un evento di importanza universale, la nascita di nel Paese di Giuda di un sovrano che avrebbe portato salvezza". Ma "la congiunzione astrale poteva essere un impulso, un primo segnale per la partenza esteriore ed interiore, ma non avrebbe potuto parlare a questi uomini, se non fossero stati toccati anchei n un altro moo: toccati interiormente dalla spernaza di quella stella che doveva spuntare da Giacobbe". Insomma, il racconto evangelico dei Magi mostra che "non è la stella a determinare il destino del Bambino, ma il ambino guida la stella".

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