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Sabato, 20 Aprile 2024

La Turchia contro il Vaticano: "Le parole del Papa non valgono niente"

E' scontro diplomatico dopo le dure parole del Pontefice che domenica ha ricordato il "martirio" degli armeni. La Turchia richiama l'ambasciatore presso la Santa Sede: "Un uomo religioso avrebbe dovuto dare un messaggio di fratellanza, pace e tolleranza"

ANKARA (TURCHIA) - Dopo il richiamo dell'ambasciatore presso la Santa Sede, Ankara pensa ad altre misure nei confronti del Vaticano per reagire alle parole di Papa Francesco che ieri ha definito il massacro del armeni ad opera degli ottomani nel 1915 un "genocidio", dichiarazioni "senza fondamento" che "non valgono nulla per i turchi e la Turchia" secondo il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu. 

LE PAROLE DEL PAPA - Ieri durante una messa in Vaticano per il centesimo anniversario del "martirio" degli armeni Francesco ha detto che "la nostra umanità ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite: la prima, quella che generalmente viene considerata come il primo genocidio del XX secolo", ha colpito il "popolo armeno - prima nazione cristiana -, insieme ai siri cattolici e ortodossi, agli assiri, ai caldei e ai greci". "Le altre due furono quelle perpetrate dal nazismo e dallo stalinismo" ha aggiunto il Santo Padre. 

TURCHIA FURIOSA - "Le misure che verranno prese saranno rese pubbliche dopo una nostra consultazione" ha detto Cavusoglu dalla Mongolia, dove si trova in visita ufficiale, secondo quanto riferisce il sito del quotidiano Hurriyet. "Sfortunatamente la storia è stata fatta strumento della politica. Prima di qualunque altra cosa una uomo religioso avrebbe dovuto dare un messaggio di fratellanza, pace e tolleranza di fronte alla recente avanzata di razzismo, discriminazione, xenofobia e intolleranza" ha detto il ministro, secondo il quale quello di "genocidio" è un concetto legale. Per questo le parole del Papa "non valgono nulla per i turchi e la Turchia". Per Cavusoglu "le dichiarazioni religiose non devono alimentare il risentimento e l'odio con asserzioni prive di fondamento". 

IL PRECEDENTE - Già nel 2001 una dichiarazione congiunta di Giovanni Paolo II e del patriarca armeno Karekin II faceva cenno al "genocidio". "Avendo sottolineato il suo desiderio di promuovere la pace e l'amicizia tra i diversi gruppi nel mondo dal giorno in cui è stato eletto al pontificato, Papa Francesco ha fatto oggi una discriminazione tra le sofferenze sottolineando solo quelle dei cristiani e in particolare degli armeni. Con un punto di vista selettivo, ha ignorato le tragedie che hanno toccato i turchi e i musulmani che hanno perso le loro vite nella prima guerra mondiale", si legge nella nota pubblicata dal ministero guidato Cavusoglu. 

"STORIA STRUMENTALIZZATA" - "Nel corso della santa messa, la storia è stata strumentalizzata per fini politici. Trascurando la grande sofferenza e le pagine buie in geografie remote lontante dall'Anatolia, e ignorando completamente la credeltà del colonialismo, fare riferimento solo ai nostri fratelli cristiani con i quali abbiamo vissuto fianco a fianco in Anatolia per secoli, e che non hanno nulla a che fare con gli eventi del 1915, è inaccettabile". "Il genocidio - prosegue la diplomazia turca - è un concetto legale. Rivendicazioni che non soddisfano le richieste di legge, sebbene si tenti di spiegarle sulla base di convinzioni diffuse, sono destinate a rimanere calunnie. Papa Francesco, nella sua dichiarazione, fa riferimento agli eventi tragici che si sono svolti in Bosnia e in Rwanda come 'stermini di massa', mentre questi sono riconosciuti come genocidi dalle competenti corti internazionali. Egli, tuttavia, definisce gli eventi del 1915 'genocidio', nonostante l'assenza di qualsiasi giudizio competente in tribunale. Ciò è significativo. Non è possibile spiegare questa contraddizione con i concetti di giustizia e coscienza". 

IL PREMIER - Il premier turco, Ahmet Davutoglu, ha definito le parole di Papa Francesco sul "genocidio" armeno "inappropriate" e "faziose": "Leggere quelle vicende dolorose in modo fazioso è inappropriato per il Papa e per l'autorita che rappresenta", ha detto. Il presidente Recep Tayyp Erdogan non è intervenuto personalmente, né si prevedono ulteriori interventi della Santa Sede.

Fonte: Hurriyet →
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