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Venerdì, 29 Marzo 2024

Giovani, come saranno le pensioni

Uscita a 70 anni, assegni più bassi, nessun "paracadute" statale dell'assegno minimo: Enrico Marro sul Corriere della Sera fa il punto sulle pensioni dei giovani

Il Corriere della Sera oggi pubblica un'infografica che spiega i requisiti per la pensione anticipata di chi ha iniziato a lavorare dopo il trentuno dicembre 2015.

Secondo le simulazioni della Ragioneria generale dello Stato, un lavoratore dipendente che andrà in pensione nel 2050 potrà prendere anche una pensione netta pari all'83,1% dell'ultima retribuzione netta (tasso di sostituzione). Per riuscirci, però, dovrà aver lavorato per quarant'anni e aver raggiunto settant'anni di età, che si prevede essere nel 2050 l'età per accedere alla pensione di vecchiaia (dato che il requisito attuale di 66,3 anni sarà periodicamente adeguato all'attesa di vita).

"I giovani, per avere la stessa pensione dei padri, spesso di importo modesto, dovranno lavorare molti anni di più. È cambiata la filosofia del sistema", scrive Enrico Marro sul Corriere della Sera

Con l’introduzione del calcolo contributo per tutti coloro che hanno cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 la pensione non sarà più una «retribuzione differita», cioè una percentuale dello stipendio (metodo retributivo), ma il frutto dei contributi versati in tutta la vita lavorativa. Per una buona pensione, quindi, sarà essenziale lavorare costantemente, fino a tarda età e avere stipendi alti. Condizioni non facili. 

Rispetto al passato, inoltre, non c'è più il paracadute dell'integrazione al minimo, "cioè il soccorso dello Stato che assicura comunque una pensione minima (oggi 500 euro) a chi con i contributi versati non raggiungerebbe neppure questa cifra". Oggi ben 3,6 milioni di pensionati hanno un assegno integrato al minimo.

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Fonte: Corriere della Sera →
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