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Martedì, 23 Aprile 2024

"Hanno versato poco, guadagnano tanto": gli ex politici con le pensioni d'oro

I "papponi delle pensioni": un'inchiesta del quotidiano Libero svela gli assegni d'oro "a vita" di alcuni ex parlamentari

ROMA - Assegni mensili fino a seimila euro grazie ai contributi versati per loro dal Parlamento (Camera o Senato), un meccanismo legittimo che fa incassare vitalizi sostanziosi.

Hanno versato poco o nulla perché è stata la Camera o il Senato a dare, secondo quanto previsto dalla legge, i contributi per loro conto. Ma oggi percepiscono vitalizi mensili sostanziosi, da duemila fino a seimila euro. Nella lista, secondo l'inchiesta di Libero quotidiano, spuntano i nomi di Stefano Rodotà, Giuliano Amato e anche il cantante Gino Paoli.

Un saldo tra dare e avere tutto a beneficio degli onorevoli o ex parlamentari. Basta un breve passaggio a Montecitorio o Palazzo Madama per assicurarsi una pensione agiatissima. Il meccanismo perverso lo spiega Franco Bechis:

Questa schiera di fortunati "di fatto non ha versato nulla, perché stabilendo l'ammontare dello stipendio da parlamentare ci hanno pensato Camera e Senato a versare i contributi per loro conto. Ma non c'è paragone fra quel piccolo impegno (8,8% del lordo mensile) e quel che è venuto in tasca a loro dal giorno in cui hanno potuto percepire il vitalizio. Oggi vitalizio o mini-vitalizio si percepisce con 5 anni di contributi a 65 anni. Ma se hai 6 anni di contributi, la pacchia inizia a 64, se ne hai 7 puoi prendere l'assegno previdenziale a 63, e così via fino a 10 anni di contributi, con cui puoi andartene in pensione a 60 anni in barba a tutti gli altri lavoratori d'Italia che a quella età non possono incrociare le braccia né con 10, né con 15, né con 20, 25 o 30 anni di lavoro". 

Fonte: Libero →
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